Milano«Questa è una cooperativa nata per aggirare il sistema delle quote». Fin troppo chiaro. Nel parlavano al telefono, ascoltati dagli investigatori. È la grande truffa del latte. Qualcosa come 270mila tonnellate prodotte e commercializzate fuori dai vincoli dellUnione europea, dal 2003 al 2008. Una rete di oltre 200 aziende agricole in Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna che vendevano le «eccedenze», e due cooperative - la «Lombarda», rifondata sotto il nome di «Latteria Milano srl» - che gestivano lenorme mercato in violazione delle norme comunitarie, e provocando un danno allerario per 90 milioni di euro. Somma che avrebbero dovuto versare allAgea, lAgenzia governativa per lerogazioni allagricoltura, e che lEuropa ha poi calcolato nel versare minori finanziamenti allItalia. Agli arresti domiciliari, ieri, sono finiti i legali rappresentanti delle due società, Alessio Crippa e Gianluca Paganelli. Le accuse sono di truffa e peculato.
Scrive il gip Enrico Manzi, nellordinanza di custodia cautelare, che Crippa e Paganelli avrebbero messo in piedi un «sistema mirante alla sistematica elusione della normativa», in un contesto in cui «i produttori italiani risultano penalizzati rispetto ai produttori esteri». «Si tratta - insiste Manzi - di un problema grave e che pare finalmente avviato a soluzione, tramite laumento delle quote spettanti allItalia e alla successiva abolizione del sistema». Ma «ciò non toglie che fino alla data odierna, e per il passato, la sottrazione delle quote allo Stato comporta un danno gravissimo per lamministrazione competente, con conseguente danno anche nei rapporti con la Comunità europea».
Le indagini, condotte dal Nucleo di polizia tributaria della gdf di Milano e coordinate dal pm Frank Di Maio, nascono da esposto presentato in Procura, nel quale si denunciava il sistema dei presunti illeciti. A distanza di pochi mesi, larresto e il sequestro preventivo di denaro e beni immobili riconducibili alle due cooperative per più di 90 milioni di euro. Ma Crippa e Paganelli non avevano a che fare solo con gli allevatori. Una sponda, infatti, era anche a Roma.
La telefonata è del 5 novembre scorso. Paganelli chiama Antonio Vizzaccaro, già commissario Agea, consulente dellex ministro Alfonso Pecoraro Scanio, poi rimasto nellorbita del ministero dellAgricoltura anche sotto Luca Zaia. Parlano di una citazione che la Coldiretti ha presentato in tribunale. E sperano in una «sanatoria». «Io sono preoccupato - dice Vizzaccaro - perché se quella cosa lì va fino in fondo si può trascinare sul penale», e «noi stiamo proprio sul filo tra lirregolarità e lillegalità». Di tutto questo, il consulente dice di averne parlato con «Rainieri», al secolo Fabio Rainieri, deputato della Lega Nord e segretario della commissione Agricoltura alla Camera. «Lho detto pure a Fabio - insiste Vizzaccaro - che se tutto va come dice il ministro, poi la Coldiretti ritira anche le azioni che sta facendo».
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