"Non dimentichiamo". Il messaggio della Meloni per ricordare Giovanni Falcone

Trentadue anni fa nell'attentato di Capaci venne ucciso il giudice Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta. Il presidente Mattarella: "Memoria viva, coinvolgere i giovani per un futuro senza mafie"

"Non dimentichiamo". Il messaggio della Meloni per ricordare Giovanni Falcone

Il 23 maggio 1992 l'Italia entrava in un incubo, con l'attentato che uccise il giudice Falcone. Poche settimane dopo identica tragica sorte sarebbe toccata al suo collega e amico Paolo Borsellino. Dopo 32 anni lo Stato ricorda il sacrificio di due delle sue vittime più illustri nella lotta alla mafia. Due simboli viventi della legalità e delle istituzioni democratiche che non si arrendono.

"L'attacco feroce e sanguinario che la mafia compì trentatre anni or sono a Capaci, e che ripeté poche settimane più tardi in via D Amelio a Palermo, costituisce una ferita tra le più profonde della nostra storia repubblicana", afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. "Il primo pensiero, commosso oggi come allora, va a chi perse la vita: Giovanni Falcone insieme a Francesca Morvillo, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Vito Schifani. A loro è unito indissolubilmente il ricordo di Paolo Borsellino, di Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina. Servitori dello Stato, che la mafia uccise con eclatante violenza per piegare la comunità civile. Quelle tragedie generarono una riscossa della società e delle istituzioni. L'azione stragista svelò la minaccia alla libertà di ogni cittadino. Il contrasto alla mafia si intensificò fino a scardinare le posizioni di comando dell'organizzazione criminale".

"La mafia, come ogni fatto umano, ha avuto un inizio ed avrà anche una fine: questo ripeteva Falcone, sollecitando coerenza e impegno educativo, spronando chiunque nella società a fare la propria parte insieme alle istituzioni, a ogni livello. La mafia ha subìto colpi pesantissimi, ma all'opera di sradicamento va data continuità, cogliendo le sue trasformazioni, i nuovi legami con attività economiche e finanziarie, le zone grigie che si formano dove l impegno civico cede il passo all'indifferenza. Nella memoria viva di Falcone e Borsellino - consulude il Capo dello Stato - il 23 maggio è diventata la Giornata della legalità, perché occorre tenere sempre alta la vigilanza, coinvolgendo le nuove generazioni nella responsabilità di costruire un futuro libero da costrizioni criminali".

Anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ricorda commossa il sacrificio di Falcone. "Il 23 maggio è la Giornata della Legalità - scrive sui social - in memoria delle vittime della mafia. Ricordiamo Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, gli agenti della scorta, tutti coloro che hanno sacrificato la vita per difendere i valori della legalità. E con loro, ogni vittima caduta per mano mafiosa.Il loro esempio e il loro ricordo continuano a guidare la nostra azione. Anche in loro nome, il Governo - assicura Meloni - è e sarà sempre in prima linea nella lotta contro ogni forma di criminalità. Senza tregua, senza compromessi. Non dimentichiamo". In passato più di una volta Meloni ha ricordato di aver guardato a Falcone e Borsellino come proprie figure di riferimento. "Ho iniziato a fare politica a 15 anni - raccontò la premier qualche tempo fa - il giorno dopo la strage di via D’Amelio, nella quale la mafia uccise il giudice Paolo Borsellino, spinta dall’idea che non si potesse rimanere a guardare, che la rabbia e l’indignazione andassero tradotte in impegno civico".

Giovanni Falcone

"La strage di Capaci segna una delle pagine più drammatiche della nostra storia repubblicana", scrive sui social il presidente del Senato, Ignazio La Russa. "Il giudice Giovanni Falcone ucciso in un attentato insieme alla moglie, Francesca Morvillo, e agli agenti della scorta, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. Colpiti dalla mafia perché simboli di uno Stato che non si arrende alla criminalità. Insieme a Paolo Borsellino e a tanti altri servitori dello Stato, Falcone ha incarnato e rappresenta tuttora, la forza della legalità, il coraggio della giustizia, l’esempio di chi ha scelto di non voltarsi dall’altra parte. Un’eredità morale importante che la Nazione ha il dovere di custodire e tramandare di generazione in generazione. Oggi, a distanza di 33 anni ne rinnoviamo il ricordo e ci stringiamo con affetto ai familiari delle vittime".

"Nel trentatreesimo anniversario della strage di Capaci - afferma il presidente della Camera, Lorenzo Fontana - il mio pensiero va alle vittime della violenza mafiosa e alle loro famiglie, cui rinnovo la mia profonda vicinanza. Ricordo con gratitudine e commozione Giovanni Falcone, magistrato e servitore dello Stato, la moglie Francesca Morvillo, anch’ella magistrato di straordinaria umanità e rigore, e gli agenti della scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo. Voglio ricordare anche le parole di Re Carlo III, pronunciate il 9 aprile nell’Aula della Camera: Falcone è stato un ’leggendario procuratore antimafia. Il 23 maggio 1992 resta una pagina tragica e incancellabile della nostra storia.

Ricordarla oggi significa riaffermare con forza il dovere di contrastare ogni forma di criminalità organizzata e di promuovere, con determinazione, la cultura della legalità e la piena consapevolezza storica, in particolare tra i giovani".

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