Una Scozia «apocalittica» per John Burnside

Si intitola Glister il suo ultimo romanzo. E - secondo i critici d’oltreoceano e d’oltremanica - è il titolo che lo consacrerà definitivamente. Lui si chiama John Burnside. È nato 55 anni fa in Scozia, dove tuttora vive e lavora (insegna scrittura creativa all’università di St. Andrews). Poeta «laureato», saggista con il pallino dell’ecologia e raffinato romanziere Burnside torna a proporsi al lettore con un affresco spietato di una società post-industriale, malata e in declino. Il romanzo, appena pubblicato da Fazi verrà presentato oggi alle 18 alla Casa delle Letterature. Maria Ida Gaeta farà da padrona di casa in un incontro che vede, oltre allo stesso autore, anche altri due ospiti illustri: lo scrittore Marcello Fois e Masolino D’Amico, raffinato anglista e critico teatrale. Sarà l’occasione per conoscere una delle voci letterarie più originali del Regno Unito. La sua produzione poetica è stata insignita nel 2008 di uno dei più importanti premi inglesi di poesia «The Cholmondeley Award» . Ha scritto un mémoire sul drammatico rapporto con il padre (Lie about my father), uomo tirannico e violento che per anni ha vessato Burnside e la madre - tanto da spingere John all’alcolismo e alla droga prima, e più tardi a un temporaneo ricovero in un istituto psichiatrico.

Glister si apre come un trhiller nel quale un pavido poliziotto insabbia l’indagine sulla scomparsa di alcuni ragazzi nel bosco «inquinato» che circonda Innertown, piccola cittadina industriale in declino da quando la grande fabbrica chimica ha chiuso i battenti. Il libro si chiude però come un salvifico omaggio alla letteratura. In una simile waste land corrotta dai veleni industriali un ragazzo trova infatti la salvezza nella lettura di Dostoevskij e Woolf. Per fortuna.

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