Se la città ha paura anche di prendere in mano il boccino

2 IL FATTO
Preghiera con scorta

anche a casa loro
Impostare il dibattito sulla realizzazione della moschea esclusivamente sul terreno del rispetto del diritto di culto, è il peggiore errore che possa fare la classe politica genovese, di maggioranza o di minoranza che sia.
Poiché le funzioni della moschea sono anche di carattere culturale, sociale e politico.
Non è un caso che in molti Paesi musulmani, proprio nel giorno di venerdì, ingenti forze di polizia presidino le moschee, dal momento che il sermone recitato in quel giorno (la «khutba») ha sempre una forte valenza politica, costituendo fonte ed origine di manifestazioni di piazza.
L'ulteriore errore, questa volta di percezione, è aver altresì considerato come unitario il fenomeno islamico, negando le straordinarie divisioni tra musulmani e patrocinando un'unica grande moschea senza aggettivi (che potrebbero essere «sunnita», «zaydita», «islailita», «duodecimana» etc...) e scartando l'ipotesi di una pluralità di piccole moschee.
A Genova è così rinata la «umma», cioè una comunità islamica unitaria che, prima, cercherà di calibrare i rapporti con le autorità pubbliche e tutti «gli altri» per occuparsi, in seguito, delle proprie divisioni interne.
Alea iacta est. Ma il Sig. Sindaco non è Cesare.
2 ATTO D’IMPERIO
Ci aspettavamo

almeno più rispetto
La Sindaco Vincenzi «comunicando» la decisione del sito Lagaccio per la Moschea ha esautorato, di fatto, l’assemblea comunale delle sue prerogative di controllo e di analisi e ha compiuto un’atto ostile verso la comunità del Centro Est. Atto ostile che si è concretizzato nel non tenere assolutamente in conto l’ordine del giorno con cui il consiglio municipale aveva espresso la sua contrarietà alla costruzione della moschea, nel rifiutare un coinvolgimento della giunta municipale nel percorso decisionale e, soprattutto, nel rifiutare qualsiasi coinvolgimento della popolazione. Di fronte ad azioni di questo tipo si può capire il senso di sconcerto in cui gli abitanti stanno vivendo questo momento. Forse sarebbe bene ricordare a Marta Vincenzi che il tempo delle «Signorie» è finito e che il popolo deve essere trattato con rispetto e dignità. Rispetto e dignità che fanno parte di quel bene comune verso cui tutti i politici dovrebbero tendere. Di fronte a questo ai cittadini del Centro Est rimane solo la certezza che il nostro municipio non li abbandonerà mai e che sarà anche questa volta vicino a loro in maniera chiara, precisa e inequivocabile.
Enrico Cimaschi
Capogruppo Lista Biasotti

Municipio 1 Centro Est
2 IL RIFIUTO
Un oltraggio

alla Memoria
Carissimo Massimiliano Lussana, il fatto del giorno a Genova non è l’annuncio del sito dove verrà costruita la moschea da parte del Sindaco Marta Vincenzi, ma il rifiuto a partecipare al Giorno della Memoria da parte di Hussein Salah rappresentante del consiglio della comunità islamica genovese.

Un rifiuto che crea una spaccatura nel mondo islamico, poiché all’invito del rabbino capo della comunità Ebraica di Genova hanno aderito i rappresentanti di tutte le religioni e anche l’Islam rappresentato dal Coreis, associazione che riunisce i moderati dell’Islam. Il fatto che il sindaco di Genova abbia deciso di sdoganare Husein Salah e l’Ucoii, nonostante la decisione dell’allora ministro dell’Interno Giuliano Amato

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