I laici e in non credenti dovrebbero santificare Papa Ratzinger che si è spinto laddove nessun altro Papa aveva mai osato. Ieri nella sua Germania ha detto che sono più vicini a Dio i non credenti inquieti che i cristiani di routine e d'apparato. È una rivoluzione anticlericale, compiuta da un custode e alfiere della Tradizione. Preferire le menti libere e tormentate ai devoti passivi e succubi dell’istituzione significa sconfessare millenni di cattolicesimo e mettere in dubbio il ruolo della Chiesa. Certo, l’intenzione del Papa è inversa, vuol avvicinare i non credenti. Ma le sue parole significano che predilige le intelligenze afflitte dai dubbi al popolo dei semplici devoti, per fede ereditata; qui si tradisce l’intellettuale rispetto al pastore.
Significa preferire la ricerca al miracolo, la sfida del pensiero all’ubbidienza. Tra la Verità e la Chiesa, Ratzinger sceglie la verità: il filosofo prevale sul Papa. Qui c’è la sua grandezza intellettuale ma anche il conflitto con la Chiesa. Nel mio piccolo la penso come lui, ma lui forse non dovrebbe pensarla così... Da tempo Ratzinger si tormenta sulla soglia, solleva il velo sui preti pedofili, si confronta con islamici e ortodossi, varca la chiesa di Lutero, si spinge in partibus infidelium, con amore di Cristo ma nella verità.
Capisce che non è più tempo di arroccarsi a difendere la fede residua, capisce che deve affacciarsi sull’abisso, scrutare nel nulla. Per fortuna i suoi messaggi che spiazzano non vengono intesi né dai devoti ingenui né dagli intellettuali come Eco...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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