Se la Passione trasforma in Iene

Dalla scena più forte del Vangelo, quella della Crocifissione parte un «monologo a due» su temi profondi come la Morte, il Peccato, il senso della vita. In quest'insolita indagine esistenziale si sono cimentati quelli de Le Iene, di Camera Cafè, de La strana coppia, sì proprio loro, Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, che in una performance ai limiti dell'assurdo dove si trova un po’ di Beckett e un po’ di Totò e Peppino giocano col dissacratorio ai limiti del blasfemo. «La passione secondo Luca e Paolo» vuole raccontare le ultime ore passate dai due poveracci appesi accanto a Gesù, un Gesù per altro assente e tanto atteso dai due che hanno una grande curiosità di incontrare questo Messia a cui è stata riservata la loro stessa sorte. Bizzarri e Kessisoglu nell'elaborare testo e spettacolo assieme a Michele Serra e Martino Clericetti hanno cercato di entrare nello spirito dei due ladroni nel momento tragico che precedeva la loro condanna fino al punto da analizzare anche se da parte loro vi poteva essere consapevolezza di essere all'interno di un evento che avrebbe cambiato il senso della Storia. Quegli sciagurati si sentivano due misere comparse o pensavano di avere voce in capitolo per cambiare il corso degli eventi? E poi, cosa pensavano di quell'altro condannato insieme a loro? Tutte domande finora di appannaggio esclusivo di filosofi e teologi illuminati che qui diventano materia di comicità con tutte le conseguenze del caso. L'indagine dei due attraverso i temi più importanti del pensiero umano è caustica e irriverente, una commedia impietosa dove non esiste Verità, una «rappresentazione sacra» con nulla di sacro e tutto di forzatamente comico. Un'operazione lontana dagli eccessi del rivoluzionario «Brian di Nazareth» dei Monty Python, ma comunque diversa dai canonici schemi che vogliono rievocare la millenaria tradizione delle rappresentazioni sacre medioevali. Di effetto la costruzione dello spettacolo su tre piani, quello dei due ladroni ai piedi della croce, quello di due scarafaggi che deridono l'inutile ricerca di senso degli uomini, e quello dei monologhi sarcastici con un quiz che ha Dio come concorrente. Irriverenti e il più delle volte volgari in eccesso e fuori luogo non c'è dubbio però che Bizzarri e Kessisoglu sanno stare in scena e lo sanno fare con maestria. E quest'abilità non è certo risultato dell'esperienza televisiva, bensì della gavetta fatta allo Stabile di Genova, prima alla Scuola e poi lavorando con registi come Sciaccaluga e Besson.

Mettere in scena un corpo a corpo con Cristo non poteva non essere impresa azzardata e in questa «Passione» l'ironia è stata tirata al limite. Si ride, certo, ma il più delle volte è riso amaro.
Lo spettacolo torna al Politeama Genovese dal 19 al 21 novembre.

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