Se quelle transenne «provvisorie» diventano definitive

Il Comune snobba la protesta dei commercianti di Galleria Mazzini e Piccapietra

Se quelle transenne «provvisorie»  diventano definitive

Roberta Bottino

Dopo dodici mesi, le transenne sono ancora lì, in pieno centro, a Piccapietra e addirittura all’ingresso di Galleria Mazzini, il «salotto della città». Era il lontano gennaio 2006 quando su queste pagine si leggeva: «Piazza Piccapietra e l'invasione delle transenne». Protagonisti quegli arredi urbani bianchi e rossi che Aster, l'azienda dei sevizi territoriali del Comune, aveva posizionato sopra le grate pericolanti della piazza. Il continuo passaggio dei furgoni per l'allestimento del Mercatino di San Nicola, lo scorso anno, aveva reso precaria gran parte della pavimentazione. Per arginare il pericolo di infortuni, il Comune aveva fatto posizionare decine di transenne. Provvedimento «temporaneo». Ma si sa che il tempo per la pubblica amministrazione si dilata all'infinito. Tant’è che oggi le transenne sono sempre lì, in barba alle proteste di esercenti e passanti che sono costretti a dribblare quelle fastidiose strutture metalliche. «Per la mia attività - tuona Maria Grazia Guerra, proprietaria del negozio Feeling Cashmere - è una rovina. Non ho mai ricevuto dal Comune risposte chiare. Non ne posso più, basta, chiudo tutto e me ne vado». Come lei anche altri negozianti sono arrivati al limite della sopportazione.
«Stanno nuovamente allestendo il Mercatino di San Nicola - dice il proprietario del Bar della Piazzetta -. Sarebbe indispensabile mettere in sicurezza una volta per tutte quelle grate, altrimenti il rischio che qualcuno si faccia male è altissimo». «A gennaio immaginavo che il Comune non avrebbe sistemato la pavimentazione in tempi brevi - commenta Giancarlo Spiga del Gran Caffè -, ma mi auguravo che per lo meno si sarebbe risolto tutto entro l'estate. Invece siamo quasi a Natale e nulla è stato fatto. Per un intero anno i nostri clienti si sono seduti ai tavolini con vista sulle transenne. È scandaloso». Scempio analogo all'imbocco di Galleria Mazzini. Anche lì, otto transenne, posizionate sotto l'arco d'ingresso per proteggere i passanti dal pericolo della caduta di calcinacci. «Ad aprile si era già presentato questo problema - racconta Antonio Fasone proprietario del Bar Galleria -. Erano state messe anche allora numerose transenne che sono rimaste per due mesi. Ora eccole ancora lì e chissà quanto ci resteranno. Il danno economico è enorme». Dello stesso parere è Padelis Zografos del Bar Mazzini, la proprietaria del negozio d'abbigliamento Amaclan, Lorenzo del laboratorio ottico, il proprietario di Ottino e tanti altri. «Galleria Mazzini - aggiunge Massimo del negozio Minetto - dovrebbe essere un punto di riferimento della città. Invece versa in condizioni critiche, è abbandonata a sé stessa». «Vergogna» grida Antonella della boutique Litz: «Al Comune non importa se a fare le spese di questa incuria alla fine siamo noi commercianti».

Portavoce dell'insoddisfazione di tutti gli esercenti della zona è il presidente dell'associazione «Amici di Galleria Mazzini», Franco Ardoino, titolare con Giacomo, neocavaliere al Merito della Repubblica Giacomo, del Ristorante Europa: «A questo punto abbiamo perso ogni speranza - dice Ardoino -. Da ultime sono arrivate quelle transenne. Che non sono certo un bel biglietto da visita per una città che dovrebbe avere un’alta qualificazione turistica».

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