Un'epoca di profonde trasformazioni, nelle quali si posero le basi per il prosieguo della  civiltà attraverso una minuziosa e decisa riscrittura delle proprie radici. Non era facile la  vita, nella Roma del sesto secolo, quando la società era disgregata e la confusione massima. 
 Qualsiasi riferimento alla realtà che ci circonda è puramente voluto, e non sarà   un caso,  bensì una fortunata scelta, che sia dedicato proprio alla  Roma di Giustiniano il nuovo volume  letterario realizzato dall'Acqua Pia Antica Acqua Marcia. Un impegno diventato ormai una  tradizione nel campo culturale, questo del volume natalizio: intrapreso nel 2008, il progetto ha  visto la realizzazione in stampa di interessanti ed utili strumenti di studio della città dei  papi. 
 L'opera, dal titolo «La città di Roma nel disegno politico e amministrativo di Giustiniano»,  sarà presentata giovedì 15 dicembre alle  17.30 presso l'Accademia di San Luca di Roma, alla  presenza del Presidente di Acqua Marcia, Francesco Caltagirone Bellavista, del Presidente  dell'Accademia Nazionale di San Luca Francesco Moschini, degli storici Ludovico Gatto e Rino  Avesani e di altre personalità politiche, civili, religiose, del mondo della cultura ed  accademico. 
 La scelta da parte degli autori Massimiliano Ghilardi e Gianluca Pilara - il primo archeologo  tardo antichista e Direttore Associato dell'Istituto Nazionale di Studi Romani, l'altro storico  del Medioevo, docente presso l'Istituto Patristico Agustinianum di Roma - di dar vita ad un  progetto storico archeologico e di indagine culturale e sociale all'epoca della Roma tardoantica  nasce dal desiderio di ripercorrere le fasi di un contesto urbano e politico particolare per la  città. L'Urbe, nel periodo del secolo VI, ha conosciuto diversi mutamenti sotto il profilo  storico, sociale, culturale e giuridico. L'appassionato e laborioso lavoro di ricerca da parte  degli autori si è basato su una straordinaria ampiezza di fonti letterarie antiche, legate al  sistema religioso e laico, alla sfera civile ed ecclesiastica, al mondo romano e germanico. 
 La figura di Giustiniano (527-565), vero restauratore dell'Impero e della romanità, che operò  per la rinascita e il riordinamento e politico di una realtà confusa e disgregata, permette di  ricordare quanto difficile e complesso sia ricostruire le basi di una civiltà in un mondo che  rischia di perdere o di dimenticare le proprie origini e il proprio ruolo nella storia. «Di  fronte all'alternarsi continuo e così veloce di eventi e situazioni che così drasticamente  stanno modificando il punto di vista dell'uomo - ha sottolineato Francesco Caltagirone  Bellavista - nasce naturale il desiderio di ritrovare le origini della nostra identità italiana. E' questo lo spirito  che ha animato in questi anni l'impegno letterario del Gruppo.
Se la società si disgrega e regna la confusione, è tempo di riscoprire le radici
La ricetta di Giustiniano nella Roma dilaniata del tardo-impero: un eccezionale volume ripercorre uno dei periodi più complessi della vita di una società. L'opera, presentata dall'«Acqua Marcia» giovedì all'accademia di San Luca è curata dall'archeologo Massimiliano Ghilardi e dallo storico Ginaluca Pilara
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