Seimila multe da agosto 2007 a ora, con il t-red a Spino D'Adda, oltre 8.000 da maggio in poi a Paullo. Per un guadagno stimato di circa mezzo milione di euro per Spino e un milione di euro per Paullo. E ora si arricchisce di nuova forza la bufera relativa ai t-red installati al confine tra Milano e il lodigiano con il sequestro, ieri, degli apparecchi posizionati all'ingresso di Paullo e a Spino sull'intersezione tra la Paullese e la strada provinciale. Ma, soprattutto, con l'ufficializzazione del fatto che i comandanti della polizia locale Stefano Papalia di Paullo e Gaetano Papagni di Spino d'Adda sono indagati per concorso in turbativa d'asta nell'ambito dell'inchiesta condotta a Milano dal sostituto procuratore Alfredo Robledo sui cosiddetti semafori killer. «Il sequestro è un atto dovuto»: così sindaci si schierano dalla parte della decisione maturata in procura. «Mi va benissimo - dice il sindaco rosso di Paullo Claudio Mazzola -. Ma se si scoprisse che questi apparecchi sono taroccati, allora saremmo noi i primi a comportarci in maniera durissima con chi li ha installati, la ormai famosa Scae». Insomma, sembra che ora la gallina dalle uova d'oro, il t-red, appunto, possa velocemente precipitare dalla classifica dei magnifici a quella degli invisi e diventare oggetto scomodo in quattro e quattr'otto. Fa eco al sindaco paullese Costantino Rancati, primo cittadino di Spino D'Adda di centro sinistra. «Riterremo truffa se scopriremo che l'apparecchio non era in regola come, invece, certificato a noi dalla ditta».
Da parte sua, in più, il comandante Papalia spiega: «Ho la consapevolezza di aver agito con onestà e professionalità. Spero che la vicenda si chiarisca al più presto». Brinda, intanto, il comitato Semafolle, guidato da Alfonso Testa, che ha organizzato ricorsi congiunti in tribunale a Lodi e Crema per oltre 5.000 di questi multati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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