Secchiaroli e «l’invisibile» Fellini

L’esposizione fino al 19 febbraio all’interno del centro commerciale

Silvia Castello

L’ultimo atto del lungo viaggio di Mastorna durato quasi trent’anni, nell’immaginazione di Federico Fellini si trasformò in un “pastrocchio fumettistico”: una story board ridisegnata da Milo Manara per la rivista Il Grifo che pubblicò la trama di quest’opera incompiuta nel 1992. Tra i pochi documenti visibili di questo film - come il piccolo frammento che Fellini materializzò nel documentario Block-Notes di un regista, realizzato nel 1969 per la televisione americana Nbc - c’è ora, dello stesso periodo, anche l’“esclusiva postuma” del grande fotoreporter cinematografico Tazio Secchiaroli, esposta per la prima volta a Roma. Sono cinquanta fotografie in bianco purissimo e nero assoluto - nitide, precise, inequivocabili, ma in realtà piene di mistero - che incuriosiscono e fanno rivivere il tormentato provino realizzato il giorno in cui Fellini trasformò il suo storico alter-ego Marcello Mastroianni nel protagonista kafkiano - “disperso dei dispersi” come egli lo definì: uno strano violoncellista smarrito di fronte all’idea della morte - del suo film più intimo e sofferto. Si tratta di uno dei reportage più fedeli e consapevoli del fulmineo “rapinatore di immagini” - colui che seppe trasferire il diritto di cronaca dalla strada al set cinematografico, percorrendo un ventennio di storia del cinema italiano a partire dai primi anni Sessanta, assieme a Fellini e moltissimi altri. La mostra «Tazio Secchiaroli: G. Mastorna, opera incompiuta» che rende un ulteriore omaggio alla memoria di uno dei più grandi talenti della fotografia, è a cura di Giuseppe Prode e David Secchiaroli ed è esposta nello spazio semicircolare di 300 metri quadri di Cinecittàdue Arte Contemporanea, a poca distanza da dove questo special fu realizzato. «Nelle splendide inquadrature scopriamo il regista che cerca un personaggio che forse non vuole trovare: gli cambia gli occhiali, i cappelli, il colore degli occhi, ma si sente un’atmosfera di inquietudine e malcelata frustrazione» spiega il figlio del fotografo romano. Fellini non trova Mastorna e Mastroianni-Mastorna non si lascia trovare. Sono scatti che custodiscono la suggestione di quegli istanti e il segreto di questo film non fatto, intuito attraverso il dialogo fra i due che è stato trascritto a brani in catalogo, con un’introduzione di Vincenzo Mollica (Sellerio Editore). Per tutta la durata dell’esposizione sarà proiettato anche un dvd prodotto nel 2003 che attraverso una serie di interviste e testimonianze a personaggi quali Tullio Kezich, Dino De Laurentiis, Giuseppe Rotunno e diversi altri, ricorderanno quello che è stato “l’atto mancato” - ma sempre presente nella produzione del regista, e per cui il produttore fece, nel 1966, un investimento di un miliardo e duecento milioni di lire trasformatosi poi in una esilarante querelle - de “Il viaggio di G. Mastorna detto Fernet”. «Non so far chiarezza sullo strano destino di questo film; forse non è nemmeno un film, ma un monito, uno stimolo, un racconto guida, forse ha la stessa funzione di quei battelli che conducono fuori dal porto i transatlantici; qualcosa, insomma, nato per non essere fatto, ma per permettermi di fare dell’altro», raccontava Fellini in un’intervista del 1983.

«Sono sicuro che senza il Mastorna, non avrei immaginato il Satyricon, o almeno non lo avrei immaginato così come poi l’ho realizzato; né il Casanova, e nemmeno La città delle donne. E anche E la nave va e Prova d’orchestra». (Fino al 19 febbraio 2006). Info 06.7220910

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