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La seconda vita della signora Hingis

La campionessa svizzera racconta il suo ritorno: «Sono qui perchè posso vincere. Non voglio far parte della categoria dei delusi»

Davide Tieghi

La seconda vita di Martina Hingis comincia da Melbourne. Contro la russa Zvonareva. La prima le aveva regalato cinque successi nello Slam, 209 settimane di permanenza al numero uno della classifica, oltre a 35 successi in singolare e 36 in doppio. Ora la svizzera d’acciaio è tornata. Per arrivare dove?
«Ho lavorato molto quest'inverno in modo da poter arrivare agli Australian open nelle migliori condizioni. Melbourne è il mio torneo. Sono arrivata sei volte in finale e tre volte l’ho vinto. Avrò addosso gli occhi di tutto il mondo: non posso sfigurare. Grazie alla wild card sarò al via».
Lei è Martina Hingis, non una giocatrice qualsiasi.
«Ribadisco il concetto: ero ferma da tre anni e nessuno poteva immaginare come mi sarei ripresentata. Di ritorni lo sport è pieno, ma nella maggior parte dei casi sono state delusioni. Non vorrei far parte della categoria».
Borg, Navratilova e Seles. Tre atleti che in epoche diverse hanno deciso di riprendersi la racchetta dal chiodo.
«Su Borg ho ben poco da dire, visto che quando lui decise di ritornare in campo avevo tre anni. Con Martina ho giocato per alcuni anni e l'ho sempre ammirata. Quando decise di rimettersi in gioco non mi meravigliai più di tanto, sapevo che non poteva vivere senza il tennis. Monica, invece, non ha ancora deciso quando rientrerà, ma sono convinta che lo farà presto. Sono sua amica, l'attendo con trepidazione».
Serena Williams e Lindsay Davenport hanno accolto con grande piacere la notizia del suo ritorno. Le due più acerrime rivali di un tempo...
«Ricordo bene quelle due finali agli Us open. Lindsay è stata un po' la mia bestia nera, visto che mi negò anche il quarto successo agli Australian Open del 2000. Ho dovuto così accontentarmi di cinque vittorie nello Slam».
Anche un suo connazionale, un certo Roger Federer, ha commentato assai positivamente la sua decisione di tornare a giocare, affermando: Martina è stata la migliore.
«Penso che Roger abbia colto nel segno. Un numero uno come lui è difficile che sbagli qualche colpo».
La sua personale top five delle avversarie che ha incontrato?
«Serena e Venus Williams, Lindsay Davenport, Monica Seles e Jennifer Capriati».
Un'altra ex numero uno è Maria Sharapova, giocatrice che lei conosce molto bene.
«Conosco Maria da quando aveva dodici anni e forse non tutti sanno che era una delle ragazzine con cui mi allenavo. In un certo senso ricorda me stessa da giovane: non aveva paura di nulla e possedeva una gran voglia di vincere. Una cosa che però non ci accomunava erano le sue grida...».
Incrociando le dita, cosa farà se le cose non dovessero andare come spera?
«Ritornerò alla mia vita normale, senza drammi. In fin dei conti per tre anni ho vissuto senza giocare e sono ben cosciente che prima o poi questa straordinaria avventura finirà».
A Gold Coast è stata sconfitta da Flavia Pennetta: l’azzurra ha le carte in regola per andare avanti in classifica?
«Se gioca come ha giocato contro di me, penso che possa ambire ad entrare stabilmente tra le prime quindici-venti del mondo.

Il suo gioco può mettere in difficoltà qualsiasi giocatrice, a patto che abbia continuità».
Cosa ha provato quando ha affrontato il suo primo match a Gold Coast con la venezuelana Vento?
«Il calore del pubblico. Un’emozione unica. Come ascoltare una musica».

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