UN SEGNALE DALLA LEGA

Forse siamo un po’ troppo naïf, però oggi ci piacerebbe vedere una bella manifestazione di sdegno e di protesta organizzata dalla Lega nel quartiere Gratosoglio di Milano, dove un italiano di 30 anni ha violentato e messo incinta una tredicenne marocchina di religione islamica. Ci piacerebbe vedere una ronda di camicie verdi davanti alla scuola media dove il bruto adescava le bambine (anche offrendo hashish, pare); sarebbe bello se poi ci fossero pure Borghezio e Calderoli, e bellissimo se il ministro degli Interni Maroni, pur senza venire a causa di improrogabili impegni, da Roma dicesse qualche parola.
Non è che vogliamo fare i provocatori, o che abbiamo d’un tratto deciso di battere sulla tastiera del politicamente corretto. Insomma non vogliamo dire che, siccome ci sono italiani che stuprano e che spacciano, è razzismo parlare degli immigrati che stuprano e che spacciano. Queste sono sciocchezze. Sono i discorsi che fanno altri, i mezzucci di quelli che strumentalizzano un fatto di cronaca per delegittimare l’avversario politico.
Al contrario, noi pensiamo che la Lega abbia avuto e abbia tutte le ragioni del mondo nel lanciare l’allarme sicurezza, nel dire che l’immigrazione incontrollata ha portato in Italia fior di delinquenti, nell’alzare il velo dell’ipocrisia sui campi rom, nel chiedere norme più severe e la certezza della loro applicazione. Noi pensiamo che il ministro Maroni stia facendo un buon lavoro e che il decreto appena approvato risponda a un bisogno reale del Paese.
Ma proprio perché crediamo a tutto questo, crediamo anche che la Lega si debba rendere inattaccabile da coloro che l’accusano di una gestione parziale della questione sicurezza. Ecco perché sarebbe opportuno che, dopo aver annunciato interventi contro le illegalità dei rom, si intervenisse subito con la massima severità anche contro coloro che i campi rom li vanno a bruciare. Ecco perché bisognerebbe fermare quelle ronde che, nella pretesa di sostituirsi alla polizia, a volte si sostituiscono ai delinquenti.

Ed ecco perché oggi ci piacerebbe veder sfilare a Milano i leghisti e sentirli dire, anzi urlare, che quel mascalzone bisogna metterlo in galera e buttare via la chiave.
Sarebbe forse solo un piccolo segnale. Ma anche un modo per far capire che l’obiettivo non è la cacciata dell’«altro», ma la sicurezza di tutti.

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