Sei palchi per improvvisatori di talento

La fotografia della vecchia madre morta incombe sulla scena di una povera sala da pranzo in cui si consuma la quotidianità di quattro uomini. Una famiglia sgangherata in cui l'odio e il rancore sembrano prevalere sul legame di affetto, ma in cui regna sovrano l'attaccamento quasi morboso tra i quattro che hanno deciso di vivere insieme malgrado tutto.
Harold Pinter ne «Il ritorno a casa» sembra lasciarsi trascinare da una storia che non ha senso né logico né morale e si diverte a costruire una vicenda su un enigma che non ha risposta: il comportamento surreale e paradossale di uno dei componenti della famiglia tornato dall'America e quello di sua moglie.
I due arrivano notte tempo nella casa paterna di lui per trascorrere qualche giorno prima di rientrare negli Stati Uniti. Scompiglio fra i componenti della famiglia che al risveglio trovano nuovamente tra le mura di casa una figura femminile. Dalla morte della mamma nessuna donna aveva messo più piede in quella casa e l'arrivo di Ruth porta turbamento mettendo in subbuglio l'emozionalità dei quattro.
Ma che donna è Ruth? Pinter la definisce «la figura di donna più libera che abbia mai descritto», al pubblico però lascia molte perplessità perché questa forma di libertà arriva stonata in quanto il suo agire sembra inverosimile all'eccesso. Un personaggio difficile da rendere autentico sul palcoscenico e al regista Marco Sciaccaluga ci è voluta tutta la sua abilità per tradurre la figura di Ruth che rinvia costantemente all'astrazione. Un personaggio che sembra non solo avere un rapporto inverosimile col marito, ma con il mondo intero che la circonda. La sua stranezza nel comportarsi un po' da mamma di famiglia e un po' da puttana la rende affascinante e conturbante sì, ma attenzione a trovare il giusto equilibrio nel presentare questo se no si rischia di farsi sfuggire la sua essenza oltre che a banalizzarla.
Lo spettacolo che ruota intorno a questa figura femminile a volte sembra faticare in una recitazione che si prende troppe pause e che non rende fluido un testo già difficile di suo. I personaggi hanno tutti la loro precisa caratterizzazione, ma che sembra mettere più in risalto le personalità degli attori stessi che dei personaggi della commedia.

Algida e seduttiva Alice Arcuri in un ruolo che non è nelle sue corde e che ci fa senz'altro rimpiangere la sua interpretazione in Misura per Misura dell'autunno scorso. Lo spettacolo rimarrà in scena sul palcoscenico del Duse fino al 27 febbraio.

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