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Sempre più crisitiani in fuga dal Medioriente

Secondo i dati onu sono oltre 2 milioni gli sfollati in fuga dalle persecuzioni e dalla guerra

Sempre più crisitiani in fuga dal Medioriente

Se non cambia subito qualcosa, fra neanche sei, sette anni il Medioriente si svuoterà definitivamente della presenza di cristiani nel territorio. Una previsione che non troppo tempo fa aveva rivelato il vescovo di Erbil nel Kurdistan iracheno.

A prova della sua affermazione giornalmente ci sono distruzioni di statue, icone e pietre tombali presenti nei luoghi sacri cristiani. Lì infatti vengono accolte decine di migliaia di cristiani perseguitati fuggiti da Mosul e Qaraqosh, in procinto poi di partire per un futuro migliore.

Come riportato dall’Onu, in Iraq sono oltre due milioni gli “internal displaced people” gli sfollati. Una moltitudine di persone in fuga. Ogni giorno almeno una settantina di cristiani lascia la patria per guadagnarsi un futuro migliore altrove. Per quanto incerta, almeno è un’ipotesi di futuro. Il flusso è continuo, un’emorragia che indebolisce l’Iraq privandolo della sua porzione cristiana. Prima del 2003 i cristiani erano un milione e mezzo. Oggi pare siano attorno ai 400.000. Anche se, come è già risaputo non sono solo cristiane le vittime dell’Isis.

A Mosul, già dallo scorso agosto non si contano più presenze di cristiani. E pensare che erano 15.000. Appena hanno potuto sono fuggiti da quella culla di terrore e persecuzioni. In molti si sono rifugiati nel Nord del Kurdistan, in attesa del permesso di soggiorno per entrare in Francia. La maggior parte degli sfollati infatti ha parenti lì. Ma la speranza di queste famiglie costrette a fuggire è quella un giorno di poter tornare in Iraq, la loro patria. Soste temporanee certo, e in alloggi di fortuna, che lasciano queste persone in un luogo sospeso. E la loro solo colpa è il credo che professano.

Una vera e propria emergenza. Tra le cause principali delle migrazioni si intensifica quella della persecuzione e della discriminazione sulla base delle differenze religiose.

Gli jihadisti infatti non si curano affatto di quello che stanno compiendo, seguono la loro ideologia e se la prendono con le chiese e le minoranze.

La loro campagna contro le vestigia della cristianità sta andando avanti da diverso tempo".

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