Roberto Ghiretti, un lungo passato nel mondo sportivo, è attualmente consulente e docente dOrganizzazione dello sport presso lUniversità di Parma.
Brutto spettacolo laltra sera sugli spalti. Perchè?
«I motivi sono due: loverdose di calcio in questo periodo e il tempo della gente. Il tifoso pensa: Perché ti devo dare 30 euro e dedicarti parte del mio tempo per una roba che considero di serie b o c?...».
Qualche cambiamento è stato introdotto.
«Ritengo che la Lega, nellultimo anno, abbia fatto due cose molto buone. La prima: rendere la coppa aperta a squadre di altre serie, dai dilettanti ai top; la seconda: lintroduzione della finale in campo neutro a Roma alla presenza del capo dello Stato».
Ma a quanto pare non basta.
«È una svolta importante, ora bisogna finire lopera».
Come?
«Facendo in modo che le partite siano tutte secche, anche nella semifinale. Però vanno disputate in casa della squadra più debole. Questo è lunico modo se si vuole creare un prodotto dimpatto e innovativo. Anche perché meno partite vorrebbe dire liberare delle date consentendo di giocare in periodi più idonei. Non solo: bisognerebbe fare in modo di giocare il più possibile entro linizio del campionato, evitando turni come quello dellaltro ieri con il freddo, con la gente che ha in testa altro. La coppa Italia non deve essere un prodotto tappa buchi».
La coppa Italia è lunico evento calcistico trasmesso in chiaro.
«E proprio per questo, perché non avere il coraggio di organizzare unintera settimana di finale; non dico di imitare gli americani o il basket e il volley che possono giocare tutti i giorni. Il calcio non potrebbe.
«Sempre turni secchi e final four per recuperare un po di appeal»
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