È sempre Williams show, ma non per noi: niente Fed Cup

Avevano detto: «Italia, arriviamo». Già, come no. Serena e Venus erano ieri a Doha per il solito affare di famiglia Williams - ovvero la finale del Masters vinta dalla prima 6-2, 7-6, dodicesima vittoria (a dieci) sulla sorella più grande - e ora sappiamo che anche questa volta le vedremo in cartolina: niente finale di Fed Cup, in programma nel fine settimana a Reggio Calabria tra Italia e Usa, niente Davis in gonnella perché passare dal caldo di Doha a quello del Sud Italia non è cosa. In pratica: prima Venus aveva detto che non ce la faceva ed era stata risparmiata dalla convocazione, adesso tocca a Serena, stanca e incerottata, dire «no mas» e chiudere la stagione. E neppure il ritrovato numero uno nella classifica mondiale serve a farle cambiare idea.
In pratica: le sorelle non hanno voglia ed ecco così che per le azzurre Pennetta e Schiavone l’insalatiera rosa diventa quasi una formalità. Di fronte infatti si troveranno la diciottenne Melanie Oudin - rivelazione degli UsOpen - e la 22enne Alexa Glatch, ovvero non certo uno squadrone se ci mettiamo pure la doppista Liezel Huber, numero uno al mondo della specialità ma se accanto ha la sudafricana Cara Black. Pronostico obbligato, dunque, con la possibilità di vincere la seconda Fed Cup in quattro anni e far salire l’Italia - cosa ancor più clamorosa - al primo posto della classifica per nazioni della federazione internazionale (merito delle donne, naturalmente).
La cosa, ovviamente, fa piacere e sarebbe il giusto premio per le azzurre, per la loro serietà e il loro impegno.

Unica avvertenza: speriamo che il tutto - nel caso - non venga usato per intonare il solito ritornello contro quelli «che vogliono il male del tennis italiano», usuale quando si vince in Davis, maschile o femminile non importa. Perché la stessa Schiavone ha ammesso: «Vincere con gli Usa senza Williams non sarebbe la stessa cosa».

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