Sequestrate 100mila slot machine truccate

Blitz in 50mila bar: avevano il bollino blu di garanzia, ma consentivano vincite più alte di quello che prevede la legge. Ma tutto è partito dalla denuncia di giocatori che hanno perso cifre esorbitanti

Venezia - Maxi sequestro di slot machine con il bollino «gioco sicuro», ma scoperte essere irregolari, da parte della Guardia di finanza in tutta Italia. Il sequestro, disposto dal gip lagunare Antonio Liguori su richiesta del pm Giorgio Gava, riguarda circa 100 mila slot machine dislocate in circa 50.000 tra bar, pub, locali notturni ed altri esercizi pubblici. L’operazione «black slot», condotta dalle fiamme gialle di Venezia coadiuvate dai collegi della penisola, arriva al termine di un’indagine finalizzata alla prevenzione e repressione del gioco d’azzardo. Le macchinette sebbene autorizzate e garantite dai Monopoli di Stato con il logo «gioco sicuro», hanno consentito vincite oltre i limiti consentiti. Le dichiarazioni di conformità, fornite dagli enti certificatori, infatti sono risultate ideologicamente false. L’indagine ha avuto origine da segnalazioni effettuate al 117 da cittadini che asserivano di aver perso cifre esorbitanti giocando con le macchinette «certificate».

Il boom delle slot machine Dopo l’addio ai videopoker - il primo maggio del 2004 - sono le slot-machine la nuova invenzione per chi ama il gioco legale, una vera potenza economica che si è insediata al quinto posto in Italia come introiti. Oggi il nostro paese - come spiega Alberto Gasparra di Friulgames - è invaso da 220 mila macchinette e la cifra è in costante aumento. Di queste, al primo novembre dello scorso anno, circa 5.000 erano installate nei bar e in altri pubblici esercizi del Friuli-Venezia Giulia (quasi 2.000 nella sola provincia di Udine), un fenomeno sociale costantemente in crescita.

Cinquanta centesimi ogni partita Il costo di una singola partita per il momento non supera i 50 centesimi e la vincita non supera i 50 euro, ma a partire da fine anno le nuove slot machine passeranno a un euro a partita e a 100 euro di vincita. Al raggiungimento di 14 mila partite si chiude un ciclo. Dei 7mila euro incassati, la macchinetta ne deve restituire il 75 per cento ai giocatori. Per comprendere come avviene questa restituzione si prende come unità di misura 4 mila euro. Di questi, 3 mila tornano ai giocatori, mentre dei restanti 1000, il 52 per cento finiscono nelle tasche dello Stato tramite il Preu (prelievo erariale unico) che viene versato ogni 15 giorni. Del rimanente, il 4 per cento va al concessionario e il resto viene diviso tra il barista che ospita le slot e i noleggiatori.

Macchinette collegate in rete Tutte le slot machine sono collegate in rete telematica e gestite da 10 concessionari tra cui Lottomatica, la Sisal e la Snai. A monte di tutta la filiera c’è la Sogei, la Società del ministero delle finanze da cui dipendono direttamente le Amms (Amministrazioni autonome monopoli di Stato) che controllano a loro volta le 10 concessionarie. Poi ci sono i noleggiatori e infine baristi, tabaccai, ma adesso anche pasticcerie e altri locali pubblici. Fino al 2006 gli introiti maggiori per lo Stato venivano da Lotto ed Enalotto.

Ma partire dallo scorso anno le slot machine rappresentano la prima fonte (quindi Lotto, Superenalotto, Totocalcio e Gratta e vinci), tanto che nel solo primo trimestre 2007 lo Stato ha già incassato dalle slot machine 750 milioni di euro.  

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