Franco Ordine
Dietro il silenzio, la voglia di fare piazza pulita. Nessuno parla del grande calcio, nè presidenti piccoli e medi, nè dirigenti di rango. Ma è un silenzio virtuoso, che promette uno strepitoso repulisti nel mondo degli arbitri prima, e poi in federazione. Il primo vertice sul caso intercettazioni si è svolto ieri a Milano, a cavallo dellora di colazione, al quarto piano del palazzo della Lega professionisti. Galeotta la riunione della commissione dei saggi, convocata in tempi non sospetti, chiamata a riformare il settore e a preparare la prossima scadenza delle iscrizioni: tutti presenti, da Galliani a Zamparini fino al dg della Samp Marotta, tutti tranne uno, Antonio Giraudo, impegnato a Torino a difendersi con le unghie dalla valanga di accuse. Inevitabile il dibattito sullargomento del giorno, di qui la scelta di procedere a una immediata convocazione del consiglio di Lega, il governo delle società di serie A fissato al volo per giovedì prossimo, a poche ore dal termine canonico del campionato, due giorni dopo linizio degli interrogatori da parte dellufficio indagine della federcalcio. «Ci vuole una presa di posizione forte, molto forte» fa sapere Maurizio Zamparini, vice-presidente e tra i più determinati a intervenire in modo feroce. «Bisogna dare un segnale di pulizia del mondo arbitrale» aggiunge Massimo Cellino, presidente del Cagliari, un altro dei partecipanti al summit milanese di ieri mattina. È laltro puzzle del mosaico. La strategia è già pronta e ruota intorno a un nome di grande garanzia per tutto lambiente: Pierluigi Collina. Diventerà il candidato ufficiale della Lega di Milano per il prossimo incarico di designatore, il nome al di sopra di ogni sospetto da spendere oltre che presso lUefa anche tra le mura domestiche per ridare credibilità al calcio e al suo torneo. Collina avrà carta bianca da Milano e potrà avvalersi di collaboratori nuovi, fidatissimi. Il fischietto di Viareggio fu costretto a dimettersi nellagosto scorso, dopo aver informato Lanese, il presidente dellAia, a causa di uno spot pubblicitario per la Opel (sponsor del Milan). Secondo una chiave di lettura molto attendibile, fu una trappola, un modo scoperto per eliminarlo con un anno di anticipo dal campionato e tagliargli i ponti con lambiente. Collina non è mai stato sfiorato neanche da un pissi-pissi.
Le società sono pronte a chiedere in modo diretto una riforma dellattuale sistema ma anche a far decadere laccordo, stipulato allatto della recente votazione federale (Carraro numero uno fino al mondiale, Abete al suo posto dal semestre successivo) sulla discussa e discutibile staffetta. «Quella soluzione non raccoglie più il nostro consenso» fanno sapere alcuni esponenti delle società di serie A, molto più cauto Galliani. Carraro e Abete, suo vicario, avrebbero dovuto vigilare, avrebbero dovuto scoperchiare la pentola subito, avrebbero dovuto portare alla luce lindagine e non lhanno fatto. Rivotare il governo del calcio consentirà anche di mandare a casa laltro vice-presidente, Innocenzo Mazzini, intercettato mentre parla con Moggi e si occupa di trovare una sistemazione a una segretaria della Can spostata per dissidi con Pairetto. Nelloperazione «ramazza» rimarrà coinvolto anche Maurizio Mattei, lattuale designatore, il Cincinnato della categoria. Non ha gravi responsabilità dirette ma ha fatto poco per stroncare lillecito traffico, non ha la personalità per incarnare il nuovo corso. Ieri, dinanzi alle intercettazioni, ha preso lunica decisione possibile: ha lasciato fuori dallelenco di domani, penultimo del campionato, i quattro fischietti finiti nei resoconti delle intercettazioni: Trefoloni, Dondarini, Dattilo e Bertini. Ufficialmente non risultano sospesi ma congelati, si può dire. Si difenderanno dinanzi al generale Italo Pappa, capo dellufficio inchieste.
Le due partite (Juve-Palermo e Parma-Milan) a rischio sono state affidate a De Santis, larbitro del mondiale, e a Paparesta.
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