Politica

Serravalle, gli alleati «indagano» Penati

La Margherita: vogliamo vedere le intercettazioni

Gianandrea Zagato

da Milano

Il caso Serravalle investe il Consiglio provinciale di Milano. Se la Margherita s’interroga sui rapporti e sugli intrecci di alcuni esponenti diessini con il mondo della finanza, Forza Italia reclama una commissione d’inchiesta per far luce sull’esborso di quei 238 milioni di euro impegnati dalla Provincia di Milano per l’acquisto del 15 per cento dell’autostrada Serravalle dal gruppo Gavio.
Interventi con un comun denominatore: guardare dentro ai fatti, dopo la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche tra il presidente della Provincia, Filippo Penati, l’ex ministro dei Trasporti, Pierluigi Bersani, e l’imprenditore Marcellino Gavio. Stralci di conversazioni con protagonisti pure i Comunisti italiani ed esponenti della Margherita. Dialoghi che «incuriosiscono» osserva Roberto Caputo: «Ragione sufficiente per spingere la Margherita a chiedere ufficialmente al presidente del Consiglio provinciale, Vincenzo Ortolina, di recuperare le 16mila pagine di intercettazioni e metterle a disposizione dei consiglieri». Invito, quello degli alleati del governo provinciale guidato da Penati, commentato negativamente dai Ds: «Si tratta di una mossa strumentale e di basso profilo», «brogliacci e intercettazioni sono parte integrante di un’inchiesta già archiviata dalla Procura».
Ma per la Margherita «a prescindere dal merito della faccenda» con «la lettura delle intercettazioni» si può, «finalmente, allontanare anche il sospetto che a Palazzo Isimbardi si nascondono scheletri negli armadi». Come dire: fa male leggere quei dialoghi trascritti nei cosiddetti brogliacci dai militari della Guardia di finanza perché si scopre che nella partita delle nomine per la Serravalle, società autostradale strategica al centro di molti interessi, entrano vertici Ds e pure esponenti della Margherita. «Al di là di fatti che attengono al codice penale, c’è pure un aspetto moralmente rilevante che attiene alla trasparenza nella politica e all’etica negli affari», dice Forza Italia a sostegno di una commissione d’inchiesta «dopo che la Corte dei conti ha già bussato in Provincia e chiesto i documenti del caso».
Occasione unica, secondo Bruno Dapei, capogruppo provinciale di Forza Italia, «per far tornare i conti che non tornano, quelli di una Provincia governata dal centrosinistra che ha valutato più del doppio un’attività che lo stesso venditore, Gavio, aveva di suo prezzato la metà solo pochi mesi prima». Investimento fatto da Penati per conquistare la maggioranza assoluta di Serravalle, dando in cambio all’imprenditore di Tortona una plusvalenza di 176 milioni di euro, visto che quelle stesse azioni - pagate 8,83 l’una - lui, Gavio, le aveva comprate a 2,9 euro. Titoli conquistati a caro prezzo e con molti interrogativi, «ad esempio, il ruolo di Banca Intesa che finanzia l’operazione di acquisto della quota Gavio e che in garanzia ottiene proprio le azioni della Serravalle acquistate. Ma con quali termini è stato concesso il prestito alla Provincia? E, ancora, qual è stato il ruolo nella partita di certi “suggeritori” romani? Domande che possono avere risposta in una commissione d’inchiesta». Conclusione di Forza Italia, condivisa da Alleanza nazionale e Udc: «Non vorremmo che la storia si ripetesse in altre vicende come Sea oppure per l’ingresso della Provincia nel Teatro alla Scala».


Timori di chi vuol tenere ben alta l’asticella dei controlli, del rigore e della gestione, «attendendo che pure la magistratura contabile e civile facciano il loro corso».

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