L'ingresso nel mondo Inter era stato in tutto e per tutto in linea con il personaggio. Semplice e privo di enfasi. Quasi in punta di piedi, ben lontano dalla guasconeria del guru di Setubal e dal suo senso per i media. Sistemato in bacheca il primo titolo - la Supecoppa di Lega - Rafa Benitez non perde l'abituale aplomb e la consueta pacatezza ma lancia la sfida ai suoi predecessori sulla panchina nerazzurra: il suo obiettivo è vincere «più di Mancini e Mourinho».
Non male se si considerano i successi della coppia capace di un palmares complessivo da 5 scudetti, 1 Champions League, 3 Supercoppa di lega e 3 Coppa Italia. La Supercoppa - ha spiegato in una intervista al quotidiano spagnolo As - «è il primo trofeo ufficiale conquistato dall'Inter in questa nuova stagione: non ha vinto il suo allenatore, bensì il club, i giocatori che hanno giocato molto bene e i tifosi che supportano costantemente la squadra. Poi entrano in gioco gli allenatori - ha aggiunto -: qui ha vinto Mancini, poi Mourinho, adesso tocca a me e spero di vincere più di loro» anche perché, sin da «questa stagione ci sono sei trofei che ci aspettano».
Un Grande Slam, ancora più prestigioso del «Triplete» mourinhano da conquistare «passo per passo. Ne alziamo uno e pensiamo solo al seguente senza parlare di altro e senza mirare a tutti» e sei, ha ammonito: «andiamo avanti così e vediamo dove arriviamo». Intanto, assicura il tecnico di Madrid, il primo successo, da una buona spinta alle ambizioni della squadra. «Vincere e segnare tre gol - ha aggiunto - è sempre importante. Finora abbiamo lavorato con qualche difficoltà perché i giocatori reduci dal Mondiale sono arrivati tardi ma questa vittoria» contro la Roma «fa morale».
Quanto a Mourinho, ha sottolineato ancora Benitez, «ha forgiato una squadra competitiva, vinto titoli e i giocatori sanno che è inevitabile che la gente faccia paragoni però - ha puntualizzato - sanno che il futuro è una nuova tappa, un nuovo allenatore e la possibilità per tutti loro di trionfare ancora».
Costretto, suo malgrado a misurarsi con il portoghese, il tecnico interista da sfoggio di diplomazia - «io faccio il mio lavoro e non giudico quello degli altri» - e ricorda la genesi dei suoi battibecchi inglesi con lo Special One. «All'inizio - ha argomentato - avevamo un buon rapporto poi le cose sono cambiate quando lo abbiamo eliminato in Champions, perché abbiamo cominciato a competere per gli stessi obiettivi. Ma non guardo al passato, preferisco lavorare per quello che verrà».
Intanto, al lavoro per il prossimo impegno - venerdì l'Inter si giocherà la Supercoppa europea con l'Atletico Madrid - sono corsi sei giocatori nonostante i due giorni di riposo concessi da Benitez. Ad Appiano si sono mossi, Chivu e Zanetti (lavoro di scarico e terapie) oltre a Alibec, Mancini, Santon e Suazo impegnati in programmi individuali di potenziamento specifico e lavori tecnici. E in attesa della sfida con i Colchoneros non si fermano le voci di mercato. L'attaccante olandese Kuyt che aveva definito l'Inter come una «opportunità di lusso» continua a rimanere nel mirino di Corso Vittorio Emanuele mentre ritorna a far parlare di sé, Maicon.
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