Sgarbi fa shopping al Miart e compra dieci «esordienti»

Nel carrello un Serafini, un Cassarà e un’opera di videoarte di Davide Coltro

L’assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi fa «shopping» e lo fa alla sua maniera: passeggiando per gli stand del Miart, seguito dai suoi collaboratori e dagli ammiratori che si uniscono al seguito al suo passaggio, indica qua e là le opere d’arte da «portare a casa».
Nel carrello della spesa dell’arte contemporanea emergente, dunque, ieri sera, tra le 20 e le 22.30 Sgarbi ha sistemato Stefano Noseda, esposto nel padiglione «Indicativo presente» insieme a Vanni Cuoghi, di cui l’assessore ha apprezzato alcuni disegni ironici, Nicola Samorì, giovani pittore di Forlì conosciuto e apprezzato dai collezionisti di tutto il mondo. E ancora Paolo Schmidlin, che ama declinare grottescamente il tema della vecchiaia e del «lifting» in sculture di terracotta, un oggetto di design di Luigi Serafini, certo non un esordiente, e che presto sarà in mostra al Pac. Nella borsa è «finita» anche Roberta Marchetti, scultrice, Davide Coltro, videoartista specializzato in paesaggi modificabili a piacere da chi li possiede, Greta Frau, lo scultore bresciano Giuseppe Bergomi e Paolo Cassarà autore di «Sgarbie», la versione sgarbiana di Barbie, esposto anche al «Bazaar Pop up» del Pac. Sono passati solo due anni circa dall’ultimo acquisto di opere d’arte fatto dal Comune, certo è che questo modo di fare acquisizioni suona quanto meno originale, anche perché il critico non ha scelto un’opera in particolare, ma l’artista.

Sgarbi? Una pessima massaia, si potrebbe definire, che fa la spesa senza preoccuparsi di guardare il prezzo, controllare il portafoglio e contrattare. «Non ho problemi di soldi - continua a ripetere - e sono soddisfatto dei miei acquisiti». Che non si dica che l’assessore snobba l’arte contemporanea...

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