Stefano Vladovich
Su un computer portatile avevano il data base pronto per sottrarre 25mila euro in contanti dai conti correnti. Diciotto persone arrestate, cinquanta fra carte di credito e bancomat clonati sequestrati, trenta telefoni cellulari, quattro «skimmer» e tre auto di grossa cilindrata confiscate.
Considerarli dei truffatori è davvero poco. Quattro mesi di indagini, centinaia di pedinamenti, appostamenti, intercettazioni da brivido e persino riprese video davanti gli istituti di credito. Al pubblico ministero della Procura di Roma, Giorgio Orano, non è restato altro che firmare le prime ordinanze di custodia cautelare in carcere. I finanzieri di Ostia lhanno chiamata «Cometa dellest»: loperazione che ha scardinato una holding italo-romena specializzata nella clonazione delle schede magnetiche emesse dai principali istituti di credito: dallAmerican Express a Visa, Master Card, Diners, CartaSì.
«Lindagine è stata avviata - spiega il tenente colonnello Pierluigi Sozzo, comandante del II Gruppo Roma delle Fiamme gialle - seguendo i movimenti di un cittadino romeno residente a Ostia, Daniel Balassoiu, 38 anni, impegnato nello sfruttamento della prostituzione». Luomo è indagato, infatti, perché sospettato di essere il terminale di un movimento di ragazze provenienti dallEst e destinate ai marciapiedi di mezza Italia.
«Durante la perquisizione in casa di Balassoiu - continuano il capitano Augusto DellAquila e il tenente Marco La Malfa, rispettivamente comandante del nucleo operativo Ostia e della tenenza di Fiumicino - abbiamo trovato merce acquistata con carte clonate. Videocamere, macchine fotografiche digitali, telefonini, televisori al plasma, gioielli: oggetti ancora imballati e pronti alla vendita».
È bastato indagare e risalire alle conoscenze di Daniel per arrivare al resto della gang, strutturata secondo una precisa gerarchia. Cristian Florin Tepiste è il capo, sotto almeno dieci gregari con compiti diversi: chi si occupa di catturare i dati delle carte di credito, chi di clonare le carte stesse, chi di acquistare beni vari e rivendere i prodotti. Due i sistemi usati: il primo, quello più semplice, sfrutta delle microcamere nascoste allinterno degli sportelli bancomat e gli skimmer, una specie di scanner per dati elettronici. Laltro, più sofisticato, si serve di un microchip occultato in un sistema Pos, la macchinetta in cui si «passa» la carta di credito nei negozi. Grazie a questo i banditi riescono a copiare le bande magnetiche e inviarle automaticamente, via sms, a un telefono cellulare esterno. Questo sistema, in particolare veniva utilizzato in due supermercati e altrettanti distributori di benzina di Casal Palocco. I dati catturati venivano, infine, smistati a banche dati in Ucraina e negli Stati Uniti.
«Per conservare i codici - concludono gli inquirenti - usavano qualsiasi supporto, come le tessere punti promozionali di alcune compagnie petrolifere».
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