RomaDopo Montecarlo pure via della Scrofa? Venti militanti di «Riva Destra» movimentano la vigilia del gran discorso di Mirabello con un blitz davanti alla storica sede romana prima del Msi, poi di An. Un bel «Tulliani» sul citofono e un preoccupato pensierino al cognato pigliatutto la sostanza del baldanzoso sit-in anti Fini. Solletico per lex muto di Montecitorio ormai abituato alla resistenza.
Fabio Schiuma, presidente del circolo «Riva Destra», ha il dente avvelenato per anni di lavoro al macero. «E pensare che siamo stati il primo circolo costituito in An nato come comitato per Fini sindaco nel 93 - attacca -. Non vorremmo che, dopo la casa di Montecarlo, anche la vecchia sede di via della Scrofa finisse col trasformarsi in residenza di qualche cognato illustre...». Così ieri pomeriggio la truppa, pochi ma buoni, si è diretta verso via della Scrofa con una targa stradale «Rue Princesse Charlotte, già via della Scrofa», un cartello «Affittasi ex sede di Alleanza Nazionale, solo società off-shore, prezzi modici, rivolgersi a Gianfranco ed Elisabetta», una striscia adesiva con su scritto «Tulliani» da appiccicare sul citofono e un eloquente striscione «Via della Scrofa non FINIrà al cognato».
«Riva destra - spiega Schiuma - nacque come comitato per Gianfranco Fini sindaco nel 1993 e si trasformò poi nel primo circolo di Alleanza nazionale: Fini sta ora svendendo tutto per la sua smodata ambizione, dando vita a un movimento che fa dellantiberlusconismo il suo collante. Vuole più democrazia nel Pdl? Lui che non faceva celebrare congressi in An, che faceva apprendere dai giornali la linea politica e la proposta del voto agli immigrati, che chiamava metastasi le correnti e che bandiva ogni voce fuori dal coro, deferendo in due ore ai probiviri con proposta di espulsione chi, come me, nel 2007 lasciò il gruppo in Campidoglio di An per aderire a quello misto, in dissenso dal partito. Totò direbbe: ma mi faccia il piacere!».
Tra laltro dal suo sito «Riva Destra» fa sapere di «rivendicare ancora la recente affissione sul portone de il Secolo dItalia di una lettera immaginaria della vedova Colleoni, nella quale si prega il direttore Perina di chiedere a Fini la verità sulla vicenda di Montecarlo e di pubblicarla». Non è mai troppo tardi.
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