Roma

Si aprono le porte dell’arte segreta

Dal 2 al 5 giugno aperte le porte di Palazzo Colonna, dal 9 al 12 tocca a Doria Pamphilj

Ariela Piattelli

Colonna, Doria Pamphilj e Pallavicini, tre famiglie che hanno saputo custodire centinaia di capolavori di grandi artisti, tre storie che si intrecciano con l’arte italiana; fu il fenomeno del mecenatismo e della committenza in Italia a stabilire quel saldo legame tra l’idea di nobiltà e l’idea del bello. A giugno, nell’ambito di «Capolavori da scoprire», verranno eccezionalmente aperte al pubblico le porte dei palazzi storici, Palazzo Colonna (2-5 giugno), Palazzo Doria Pamphilj (9-12 giugno), Palazzo Pallavicini (23-26 giugno), dove saranno esposti i capolavori inediti di tre grandi maestri; Vanvitelli, Filippo Lippi e Botticelli. Quarantatré tele di Gaspar van Wittel (Vanvitelli), il pittore olandese considerato il fondatore del genere del vedutismo, saranno esposte per la prima volta tutte insieme nella galleria di Palazzo Colonna (la famiglia Colonna è stata la principale committente del Vanvitelli), molti di questi quadri non sono mai stati esposti in una mostra. Insieme ad altre opere del Quattrocento sarà possibile ammirare nel Salone verde di Palazzo Doria Pamphilj un esempio del primo Rinascimento fiorentino, «Annunciazione» di Filippo Lippi. Ma l’opera più attesa è la celebre «Derelitta» attribuita al Botticelli, che sarà esposta per la prima volta nella sala centrale del Casino dell’Aurora di Palazzo Pallavicini: questo quadro, di cui non è chiara la paternità poiché molti studiosi la attribuiscono al Botticelli, altri a Filippino Lippi, rappresenta una tra le opere più straordinarie del primo Rinascimento.
Oltre ad essere una ghiotta occasione per ammirare grandi opere d’arte inedite, «Capolavori da scoprire» offre la possibilità di ammirare lo splendore ed i segni del tempo di questi luoghi, questi palazzi che sono stati i centri nevralgici della vita culturale romana: la loro architettura, le preziose collezioni custodite con cura, ci riportano indietro di secoli quando la nobiltà rappresentava un vero e proprio garante per le opere d’arte. E questa apertura al pubblico testimonia l’impegno a condividere quei preziosi tesori e a sfatare l’idea che i proprietari custodiscano forse troppo gelosamente i capolavori: questa mostra ha il fine di «dare un segno tangibile di apertura in due sensi - scrive Moroello Diaz della Vittoria Pallavicini -. Da una parte i proprietari che devono avvertire la responsabilità e il dovere di far conoscere un patrimonio che non appartiene solo a loro, ma all’intera umanità; dall’altra i visitatori che, non sentendosi esclusi, devono riconoscere gli sforzi e i sacrifici per tutelare, far vivere e accrescere un patrimonio comune a tutti».


L’ingresso è gratuito, orario 10-17.

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