I primi exit pool sulle primarie in Florida per la scelta del candidato repubblicano alla Casa Bianca fanno volare John McCain e Mitt Romney. Secondo il sito drudgereport.com, il senatore dellArizona sarebbe in vantaggio con il 34,3%, davanti allex governatore del Massachusetts, con il 32,6%. Solo terzo lex sindaco di New York Rudy Giuliani con il 15,3%, davanti allex governatore dellArkansas Mike Huckabee, con il 12%. Tradizionalmente chi vince le primarie in questo Stato ottiene la nomination, dunque laffermazione di McCain e la sconfitta di Giuliani, che ora potrebbe anche ritirarsi, segnano una svolta nella corsa alla presidenza.
Di certo il voto di ieri è destinato a lasciare il segno tra i repubblicani, incattivendo una campagna che fino a pochi giorni fa era stata esemplare: toni sempre civili, nessun attacco personale, polemiche limitate ai programmi. E tante promesse solenni, come quella di Romney, che giovedì scorso giurava che non avrebbe mai denigrato un compagno di partito, ma che nel fine settimana ha rotto la promessa diffondendo une-mail velenosa in cui si elencano le dieci volte in cui McCain si è dimostrato emotivo, inaffidabile, precipitoso. Lo scopo: smontare la sua immagine di politico onesto, responsabile, sicuro di sé. Poi Romney, un miliardario mormone gradito allestablishment, ci ha dato dentro nei comizi, sostenendo che il suo «rivale non è un democratico ma è comunque pericoloso, perché nel 2004 si parlò di un ticket con lallora candidato democratico alla Casa Bianca, John Kerry, un liberal» ovvero un progressista. E ancora: nei ventanni trascorsi in Senato leroe della guerra in Vietnam avrebbe presentato solo tre progetti di legge, di cui due «di sinistra»: quello per regolarizzare gli immigrati clandestini e quello per limitare leffetto serra.
McCain un liberal? Sarebbe come dare del comunista a Berlusconi. E infatti la risposta non si è fatta attendere: quando era governatore del Massachusetts Romney ha aumentato le tasse, ha varato un costoso piano di copertura sanitaria rivelatosi nel tempo disastroso, ha collaborato a più riprese con Ted Kennedy. Il progressista mascherato sarebbe lui e a un uomo così non si possono affidare le redini della nazione.
Insomma, anche tra i repubblicani iniziano a volare i coltelli. Come fra Hillary Clinton e Barack Obama? Non ancora, ma la strada è quella. Non a caso, Romney ha escluso di poter diventare il vice di McCain, nel caso la nomination andasse al suo rivale, che peraltro lo ha accusato di volere il ritiro delle truppe Usa dallIrak proprio ora che la situazione sta migliorando. Un McCain sempre più arrembante che in un comizio ha avvertito lAmerica: «In futuro ci saranno nuove guerre», con chiaro riferimento allIran.
E i candidati democratici? In Florida non si sono visti. Il partito ha deciso di punire questo Stato per aver anticipato il voto a gennaio e dunque i delegati per la convention sono stati azzerati.
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