da Torino
Qualche dubbio resta. Il giorno dopo la morte di Matteo Bagnaresi, il 27enne tifoso del Parma travolto e ucciso nell'area di servizio Crocetta Nord dell'A21 da un pullman di tifosi juventini, certezze assolute non ce ne sono. Gli inquirenti hanno naturalmente continuato a lavorare cercando di raccogliere elementi utili da parte di «terzi», gente non coinvolta direttamente dall'accaduto. Oggi, intanto, dovrebbe esserci l'autopsia sulla salma del ragazzo, che si trova nella camera mortuaria dell'ospedale di Asti: il sostituto procuratore Massimo Casucci ha nel frattempo nominato un perito per esaminare il pullman guidato da Siro Spolti, l'autista indagato per omicidio colposo. Il mezzo è sotto sequestro e il perito dovrà confermare quanto già accertato dalla polizia: la presenza di ammaccature, vetri e pietre e se possono insomma essere davvero il frutto di un assalto al pullman da parte di alcuni tifosi del Parma, tra cui appunto Matteo. Questo almeno è il racconto dell'autista e dei sostenitori della Juventus a bordo del mezzo: «Mi sono molto spaventata, ero terrorizzata - ha detto a Studio Aperto un'anziana donna, tifosa bianconera e presente sul pullman -. Ho visto quei ragazzi che correvano contro la corriera. Uno è caduto con una bottiglia in mano, si è rialzato e ha ricominciato a correre». Come è noto, Matteo Bagnaresi sarebbe stato travolto perché Siro Spolti, accortosi di quanto stava accadendo, avrebbe provato ad andare via velocemente. Anche gli inquirenti, al momento, parlano di una «situazione critica» tra le due tifoserie quando è avvenuto il tragico incidente, pur se il questore di Asti Antonio Nanni ha parlato ancora di «incidente e basta». Hanno espresso il loro parere anche i Boys, il gruppo cui apparteneva il ragazzo: «Si è parlato di catene, spranghe e bastoni - si legge in una nota -. Ma né noi né gli juventini eravamo armati. Si è parlato di scontri e di tafferugli, ma le due fazioni non si sono date battaglia.
Nell'area di servizio di Crocetta Nord, come successe qualche mese fa per Gabriele Sandri, sciarpe, fiori e biglietti ricordano la vittima.
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