Si parla di economia, e rispunta Fazio

Il libro di Morcaldo «Una politica per la crescita» trascina l’ex governatore al ritorno in pubblico

Gian Battista Bozzo

da Roma

Ci voleva la presentazione dell’ultimo libro di Giancarlo Morcaldo, il direttore per la ricerca economica della Banca d’Italia, per spingere Antonio Fazio al ritorno in pubblico, seppure come interessato spettatore.
Nella Sala Capitolare del Chiostro di Santa Maria sopra Minerva, ospite del Senato, Morcaldo ha parlato di crescita economica italiana con Mario Baldassarri, Rainer Masera, Andrea Monorchio in un incontro presieduto da Giulio Andreotti. Seduti in prima fila, fra gli altri, Gianni Letta, Lamberto Dini, Paolo Cirino Pomicino e alcuni esponenti rappresentativi della «squadra» dell’ex governatore, da Bruno Bianchi a Carlo Santini. Molti saluti e strette di mano per Fazio, che è parso assai tranquillo e sorridente.
Si è discusso di crescita economica, al Chiostro; anzi, nel caso europeo ed italiano, di mancata crescita. Nel suo Una politica economica per la crescita - Le condizioni per superare le difficoltà dell’Italia, Morcaldo ha tratto le conclusioni dal suo lavoro di consigliere, inviato dalla Banca d’Italia, di numerosi ministri del Tesoro e del Bilancio. È stato per lunghi anni assai vicino alla «stanza dei bottoni», e da questa esperienza ha tratto forti conclusioni: la prima, che l’economista ribadisce nel suo intervento, è che «la politica della domanda non ha avuto effetto sulla crescita: l’aumento dei disavanzi per spese correnti - spiega - nell’immediato non avvia la fase di sviluppo». La bassa crescita europea è, secondo Morcaldo, dovuta alla scarsa attenzione alla politica dell’offerta, soprattutto in un contesto di rapido progresso tecnologico e di globalizzazione. Difficoltà che, in Italia, hanno avuto maggiore intensità. La debolezza dell’apparato produttivo si è fortemente accentuata dalla metà degli anni Novanta, anche a causa dell’aumento del prelievo fiscale e del calo contestuale degli aiuti all’impresa. La frammentazione del tessuto produttivo ha impedito gli investimenti in ricerca e sviluppo.
La cura? «Non certo la liberalizzazione delle licenze dei taxi», osserva Baldassarri, con una punta di polemica con Francesco Giavazzi. Morcaldo indica alcune linee guida: l’abbassamento della pressione fiscale sulle imprese, concordata con gli altri Paesi europei, il rafforzamento della struttura produttiva con misure per favorire maggiore massa critica.

«Da sole, le forze di mercato non ce la fanno, perciò deve entrare in azione la politica economica», conclude l’economista. Una crescita forte serve anche a mantenere la coesione sociale. E, per favore, basta evocare lo spettro del declino.

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