Paolo Marchi
nostro inviato a Torino
Ultime dal fronte anti-doping: giovedì sera laperitivo, ieri i due piatti forti. Dopo i dodici fondisti sospesi alla vigilia dellinaugurazione perché nel loro sangue è stato riscontrato un valore di ematocrito eccessivamente alto, sono stati fermati per positività un hockeista e uno slittinista. Loro a casa, i dodici invece sono tuttora a Torino in attesa di essere ricontrollati lunedì, consumata una sospensione di cinque giorni. Se il loro ematocrito (è il valore di densità del sangue, quando supera il valore di 50 latleta viene stoppato per precauzione) rientrerà nella norma potranno gareggiare. I loro nomi? Evi Sachenbacher (Germania), campionessa olimpica quattro anni fa nella 4x5 km, Jean-Marc Gaillard (Francia), Sean Crooks (Canada), Sergey Dalidovich e Aleksandr Lazutkin (Bielorussia), Natalia Matveeva, Pavel Korosteljev e Nikolai Pankratov (Russia), Kikkan Randall e Leif Zimmermann (Usa), Alen Abramovic (Croazia) e l'etiope Robel Teklemariam.
A corollario di questa notizia, ieri acque agitate alla sessione del Cio. Lagenzia di stampa Reuters aveva infatti attribuito a Giovanni Zotta, che rappresenta il ministero della Salute nella commissione anti-doping, rivelazioni circa numerosi partecipanti dopati e sbugiardati perché positivi alleritropoietina. Le polemiche e le proteste hanno investito Pescante, supervisore dei Giochi, mentre Zotta ha dovuto diramare una smentita circa i «numerosi atleti» che sarebbero stati trovati positivi. Poi è ovvio che i sospetti abbondano.
Sono invece certezze i casi di Zach Lund, skeleton, e di José Theodore, hockeista. Il primo è stato squalificato per un anno perché il 10 novembre scorso risultò positivo al finasteride, sostanza coprente gli steroidi. Zach spiegò che era contenuta in una preparazione contro la caduta dei capelli e trovò chi gli credette, lagenzia anti-doping statunitense, che si limitò ad ammonirlo, sentenza impugnata dallagenzia mondiale, la temutissima Wada. Il tribunale dappello sportivo ha giudicato il comportamento di Lund colposo (e non doloso) e lo ha fermato per un anno.
Finasteride anche per José Theodore, portiere della nazionale canadese di hockey, controllato il 12 dicembre. E anche lui ha detto che era contenuto in un medicinale anti-calvizie, il Propecia. È importante questultimo caso perché Theodore gioca nella NHL, la lega pro del Nord America, segno che la giustizia sportiva in materia comincia a entrare e a giudicare anche lo sport miliardario per eccellenza e non solo gli sport più tradizionalmente legati al movimento olimpico.
Ieri in conferenza, il presidente del Cio Rogge ha giurato tolleranza zero sul doping: «In queste Olimpiadi abbiamo aumentato i controlli del 72% rispetto a quelle di Salt Lake City». E sul futuro ha aggiunto, memore dei problemi avuti con il governo e la legge italiani: «È stata un'ottima lezione. In futuro i governi non potranno fare leggi senza ratificare il codice Wada. È molto importante potere fare controlli dentro e fuori l'Italia, a casa degli atleti o nei luoghi degli allenamenti».
Anche tra una prova e laltra della libera, come rivelato al Sestriere dagli austriaci Mario Stecher e Herman Maier.
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