«Si può amare Materazzi» La Francia vuole fare pace
27 Dicembre 2006 - 00:00E Platini chiede scusa a Totti: «Fra artisti non si può litigare»
Di questo passo i lettori di France Football non si scandalizzeranno se, sfogliandolo, un giorno lo troveranno scritto nella lingua che fu di Dante e Manzoni. E sbufferanno noncuranti se la storica testata dellautorevole magazine calcistico transalpino verrà cambiata in un più appropriato Calcio dItalia. Già, perché la rivista che con grandeur viene definita «la Bibbia del calcio», ultimamente sta difendendo a spada tratta il nostro pallone ripieno di pizza e Coppe del Mondo.
Non bastava lalto tradimento con cui i suoi giornalisti avevano regalato il Pallone dOro a Cannavaro, snobbando Henry. Mancava lultimo affronto, la mano tesa allitaliano più odiato di sempre, perfino più di quel Bartali che trionfava al Tour. Mancava la pace con Materazzi.
Lascia di guerra è stata sotterrata e il bisettimanale propone a tutti i francesi - che, se potessero, investirebbero ancora Marco con le loro Renault, Peugeot o Citroën - di dimenticare la provocazione che portò Zidane a reagire con lormai mitica testata. Larticolo di France Football, corredato di foto del gol in rovesciata firmato da Materazzi contro il Messina, non è però stato del tutto candido: tra le righe, una certa ironia supponente ancora serpeggia. Secondo il periodico, sarebbero cinque i motivi per cui «si può amare il grande Marco»: il mondiale eccezionale, la sua buona tecnica, il dono della franchezza, il fatto che sia un uomo di cuore e il suo amore per la Francia. Motivazioni che, se non del tutto sarcastiche, almeno un po riecheggiano del gracidare di quel rospo che ancora ai francesi non è andato giù.
Al di là degli - inevitabili - sorrisi tirati (tra i gesti tecnici di cui è capace il numero ventitré dellInter e della Nazionale è citato anche il clamoroso autogol da 40 metri di cui si macchiò la scorsa primavera contro lEmpoli), liniziativa segna comunque un tentativo di distensione tra la stampa sportiva francese e luomo che segnò il gol del pareggio in finale. Di tuttaltro tono, infatti, erano stati i commenti piccati subito dopo i fattacci di Berlino: se la madre di Zidane aspirava - novella Salomé da banlieu - a trovare sul suo piatto parti di Materazzi meno nobili della sua testa, il difensore William Gallas, forse non calcolando bene leffettiva differenza di prestanza con Matrix, si diceva pronto «a spaccargli la faccia».
Oggi, con il Pallone dOro sul caminetto di casa Cannavaro e con la Coppa del Mondo tatuata sulla pelle di Materazzi, lo champagne avvelenato lascia il tempo che trova. Se nè accorto anche Michel Platini, che in pieno clima di «revisionismo calcistico», ha scritto a Totti una lettera, apparsa su Number Ten, il nuovo mensile del quotidiano Il Romanista: «Caro Francesco, tu sei un artista del calcio come lo ero io - ha scritto Le Roi -, come possiamo litigare? Sei un talento e posso solo parlare bene di te, non vedo lora di abbracciarti».
E se per fare pace bisogna sorridere alle piccole prese in giro e incassare le scuse di un tre volte Pallone dOro, di sicuro Materazzi e Totti saranno ben lieti di farlo.
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