Politica

"Siamo diversi da An. Al congresso Pdl Non ci siamo sentiti dei pupazzi"

Intervista al coordinatore dei Giovani di Forza Italia Francesco Pasquali: «L'assemblea dei giovani di An e Fi è stata un po' rumorosa ma è finita con foto e brindisi. Con loro abbiamo già fatto tante battaglie, e altre ne faremo. Ci sono molti ragazzi senza tessera che sono delusi, dobbiamo farci conoscere»

Francesco Pasquali è il coordinatore nazionale dei giovani di Forza Italia. E non ci sta a sentir parlare di spaccature. Certo, ammette, «l'assemblea è stata un po' rumorosa, ma alla fine è finita tra abbracci, fotografie e un brindisi». Con qualche momento ad alta tensione. «Ma per carità, nessuna divisione. Il nostro accordo parte da lontano. Vorrei ricordare che già il 2 dicembre del 2006, nella grande manifestazione del centrodestra, abbiamo fatto corteo insieme, sotto braccio, sotto una grande scritta: "Il futuro è nostro, provate a fermarci"».
Di cosa avete parlato ieri?
«L'assemblea era puramente organizzativa. Noi comunque ci sentiamo quotidianamente, abbiamo già fatto tantissime battaglie insieme, come la lista comune alle recenti elezioni universitarie. Abbiamo una cultura politica differente, utilizziamo metodi diversi ma abbiamo obiettivi in comune».
Per esempio?
«Quando i giovani di An occupavano simbolicamente la sede della Cgil, noi raccoglievamo le firme sulla proposta Gelmini».
Oddio, marciare divisi per colpire uniti?
«Questo l'ha detto lei. Però è cosi. In giro ci sono tanti giovani delusi e orfani. Noi vogliamo aprirci alla società civile che ha un istinto di partecipazione senza precedenti. Altro che disaffezione alla politica. I ragazzi, soprattutto quelli senza tessere, vogliono sapere cosa facciamo, come sarà il partito unico. Anche perché dall'altra parte non c'è nulla».
In An? O nel Partito democratico?
«Nel Pd. I giovani sono stati ghettizzati, il cosiddetto movimento giovanile è venuto fuori molto tempo dopo la nascita del partito. E poi Veltroni dopo le primarie il movimento l'ha praticamente congelato».
E nel Pdl?
«Nel congresso abbiamo ottenuto uno spazio enorme e sfido chiunque a dimostrarmi il contrario. Siamo intervenuti tutti i giorni, e anche in orari decenti, non eravamo pupazzi piazzati sul palco per fare colore. Siamo stati coinvolti a 360 gradi. C'è stata e c'è grandissima attenzione e sensibilità nei nostri confronti. Diciamo la verità, il Popolo della Libertà nasce per noi giovani».
Nessuna tensione, nessuna differenza con An?
«Ci sono delle differenze nel metodo, non certo nel merito. Ci sono due visioni diverse di fare politica. Siamo tutti in discussione, non ci deve essere nessuno che dica "tu entri, tu no". Sarebbe grave se non fosse così. Anzi, proprio un partito che punta al 51 per cento dei consensi deve avere delle differenze, che poi diventano un arricchimento. Se la discussione fosse stata pacata e silenziosa avrebbe ragione chi sostiene - a torto - che siamo un partito bulgaro. Invece, lo ammetto, è stata abbastanza rumorosa».
E però, lei conferma, si è conclusa bene.
«Con foto, abbracci e brindisi, lo scriva che ci tengo.

E settimana prossima c'è già fissato un altro incontro».

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