Politica

«Siamo pronti per affrontare ogni emergenza»

Il sottosegretario alla Salute, Domenico Di Virgilio: «Non siamo all’epoca della peste»

Chiara Campo

«Non siamo né all’epoca della peste né alla vigilia della Spagnola: i progressi della medicina oggi ci permettono di reagire ad ogni emergenza». Premessa dell’on. Domenico Di Virgilio, Sottosegretario al ministero della Salute e Responsabile nazionale del dipartimento di Bioetica di Forza Italia, che domani alle 10 a Palazzo Marini a Roma introdurrà il convegno scientifico su «L’influenza aviaria», organizzato dai parlamentari azzurri della Camera dei deputati.
Quali sono i rischi reali per l’Italia?
«Ad oggi sappiamo che il virus dei polli si trasmette solo da animale vivo all’uomo, non sono stati dimostrati casi di contagio uomo-uomo. Se il virus mutasse potrebbe verificarsi una pandemia, ma agiremmo come nel caso della Sars: nonostante le critiche di altri Paesi, realizzammo una rete di protezione che ci lasciò immuni».
La parola d’ordine è prevenire: quali sono le politiche in campo?
«La nostra rete di sorveglianza veterinaria già oggi è in grado di controllare tutti gli allevamenti, compresi quelli domestici. Si aggiunge il controllo alla frontiera delle carni in ingresso, ma almeno oggi il crollo delle vendite è ingiustificabile: siamo esportatori, non importiamo polli. Da domani (oggi, ndr.) scatta l’etichettatura obbligatoria delle carni bianche in vendita e saranno intensificate le verifiche sugli allevamenti. È positivo che i cittadini si vaccinino contro il virus influenzale umano: più siamo difesi, meno saremo aggrediti».
Da giorni però si è scatenata la caccia agli introvabili farmaci antivirali.
«È un’esagerazione, il clamore che si è diffuso spinge molti a comportarsi come alla vigilia di una peste. Abbiamo già una prelazione con ditte produttrici di antinfluenzali, se ci fosse un rischio reale di pandemia avremmo subito pronti 36 milioni di dosi. E il Governo ha messo a disposizione 100 milioni di euro per l’acquisto di farmaci antivirali. Se iniziasse la battaglia, individueremmo diverse sedi dove isolare i soggetti colpiti, come avvenne con l’istituto Spallanzani a Roma e l’ospedale Luigi Sacco a Milano per il rischio Sars. La strategia su più livelli ci fa stare largamente tranquilli».
Auspicate un coordinamento a livello europeo?
«Non è sufficiente che ogni singolo Paese si attrezzi, occorre un’azione a livello Ue. Nei prossimi giorni è in programma un vertice dei ministri europei della Sanità. Si affronterà anche la questione caccia: abbiamo valutato la questione coi nostri tecnici, e ritengono che lo stop sia prematuro.

Qualora ci fossero segni concreti di allarme, prenderemo provvedimenti».

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