«Siamo stufi, piccole imprese trascurate»

da Roma

Serve una politica in grado di comprendere le piccole imprese perché gli industriali «sono stufi» di perdere tempo con la burocrazia. Giuseppe Morandini, vicepresidente di Confindustria e presidente del consiglio della Piccola industria di viale dell’Astronomia, chiede al governo di battere un colpo sul tema e anticipa in un’intervista al Giornale alcuni passaggi dell’intervento in agenda oggi al convegno di Genova «Fare impresa in Italia».
Presidente Morandini, passano i mesi ma la situazione non cambia.
«Gli imprenditori sono stufi di vivere in un Paese nel quale non è loro consentito di svolgere il proprio lavoro a tempo pieno. Se un cittadino visitasse le nostre aziende, noterebbe che la nostra prima preoccupazione è ascoltare legali e consulenti. Ci dobbiamo preoccupare delle mille interpretazioni di una stessa legge anziché di cercare clienti nuovi e nuovi mercati. Se ci facessero fare il nostro lavoro, potremmo conseguire risultati migliori».
Un auspicio che appare di difficile realizzazione se si considera che con il decreto Bersani il governo ha regolamentato ulteriormente rapporti di diritto privato.
«Non possiamo che dirne bene, ma le vere liberalizzazioni sono ancora da fare. Basta dare un’occhiata ai prezzi dell’energia in Italia e a quelli che si stanno formando in Germania, Francia e Spagna. E noi, a prescindere da questi costi, dobbiamo chiudere il bilancio. Il ruolo di coesione economica che abbiamo noi come piccole imprese è quello di far tornare i conti al 31 dicembre. Noi dipendiamo da quei numeri».
Come vi regolerete con l’esecutivo adesso?
«Noi non abbiamo volontà di lamentarci e basta. Questo schieramento non ha fatto molto per la piccola impresa anche se abbiamo apprezzato lo sforzo di Nicolais per la semplificazione e le agevolazioni di Visco per le fusioni tra pmi. Ma noi chiediamo poco».
Che cosa, in particolare?
«Uno, semplificazione. Due, detassazione del lavoro straordinario. Tre, nuova disciplina delle spese di rappresentanza. Su questi temi noi non molleremo».
Parliamo di straordinari.
«Il dipendente deve poter avere il vantaggio di prestare lo straordinario che non deve gravare sull’imponibile Irpef e allo stesso tempo non deve aumentare la tassazione per l’impresa».
Intanto è di nuovo in discussione la legge Biagi che ha portato dei benefici alle piccole imprese.
«Voglio prendere atto che da qualche periodo si parla di completamento attraverso gli ammortizzatori. Completata la legge, stop».
Può fornire qualche esempio di semplificazione?
«L’accanimento burocratico ha portato alla riesumazione con l’ultima Finanziaria dell’elenco clienti e fornitori, poi non bisogna dimenticare la revisione del codice ambientale. Nessuno è in grado di fare pronostici, ma la prima misura da prendere è la semplificazione dei controlli ambientali per le aziende con certificazione Iso 14001. Non si possono sovrapporre i controlli degli enti pubblici perché questa certificazione attesta il rispetto di tutte le norme».
Non ritiene che ci potrebbero essere maggiori difficoltà con questo esecutivo rispetto al precedente?
«Io devo avere la capacità di rapportarmi con l’interlocutore del momento. Il cammino verso la semplificazione l’avevamo iniziato con il ministro Baccini con cui avevamo definito un protocollo d’intesa che è il riferimento per le misure che la Piccola industria richiede».


Pensate che la politica sia in grado di fare l’assist che vi serve per mandarvi in gol?
«Credo che sia interesse della politica che avvenga il più presto possibile. È sulla piccola impresa che grava l’economia di questo Paese».

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