(...) seduto accanto lei e sempre pronto a collaborare in giunta. Lui si è alzato e lha invitata a mettersi in coda per lautobus in partenza per quel paese? Macché, ha fatto passare qualche istante, si è alzato, ha cercato riparo da occhi e orecchie indiscreti, si è attaccato al telefonino e si è sfogato con un amico come Gatto Silvestro quando riceve la martellata sul ditone ma non vuole dare la soddisfazione a Titti di farsi sentire mentre urla.
Questione di carattere. Ma si mettano in pace gli amanti dellastrologia, i segni zodiacali non centrano. Tanto per essere chiari, lui e Marta Vincenzi sono Gemelli. Anzi, tanto Gemelli da essere nati lo stesso giorno, il 27 maggio. Poi, siccome delle signore non si può dire letà, basta sapere che la classe non è la stessa. Anagrafica, sintende. Gemelli diversi, dunque, ma inevitabilmente legati a doppio filo. Anziché un braccio o una gamba, in comune però si sono ritrovati la stessa poltrona. Quella da sindaco, talmente stretta per tutti e due, che le primarie non sarebbero bastate a scegliere. E così i Ds hanno fatto le primarie delle primarie. La Vincenzi, certissima di vincere già prima di iniziare (come sul porto, del resto) si è autoproclamata sindaco un anno prima. Ma le fronde della Quercia non hanno mai avuto problemi ad ammettere che se Margini avesse cercato il braccio di ferro, alle primarie ci sarebbe andato lui. Anche la «conta» nelle sezioni è stata un po così. E «un po così», per Marta si traduceva con un signorile: «Ha capito chi era il più forte». Per Mario: «Non voglio spaccare il partito». Sì perché il risultato è che Margini ha fatto il passo indietro, non lasciandosi sfuggire loccasione di fare una nobile carezza alla figlioletta Federica, oggi tredicenne: «Sono anche più contento - ha detto -. Avrò più tempo da dedicare a lei».
Insomma, luomo che aveva fatto lassessore regionale al commercio potendo vantare una riforma che ha resistito anche alla gestione Biasotti (ed è stato lunico assessore della giunta Mori a non aver deluso, tanto da essere citato come possibile sfidante dello stesso Biasotti destinato alla vittoria) anche questa volta ha fatto il passo indietro. E ne ha fatto subito uno in avanti quando il partito gli ha chiesto di sedere sulla poltrona accanto a Marta.
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