RomaCè un Gianfranco che Berlusconi abbraccia idealmente e del quale condivide in pieno lanalisi politica. Ovviamente quel Gianfranco non è Fini ma Rotondi, leader della Democrazia cristiana per le Autonomie nonché ministro per lAttuazione del programma. A questultimo, nella terza e conclusiva giornata del convegno di Saint Vincent, il premier invia un messaggio, per la verità recapitato sabato scorso ma letto alla platea soltanto ieri. Rotondi racconta di aver detto chiaro e tondo al Cavaliere che «è tempo che il Pdl diventi un partito vero e questo lo puoi fare soltanto tu. Una richiesta - precisa Rotondi - che già in passato ti fece Cossiga: costruire il partito popolare europeo». Se Rotondi alza la palla, Berlusconi schiaccia, lanciando per la prima volta un messaggio molto critico al suo Pdl: «Con unanalisi che condivido, lamico Gianfranco ha detto che se negli ultimi due mesi la nostra parte politica ha dato, a volte, unimmagine che non ha entusiasmato, lo si deve ad alcuni errori del partito e non del governo».
Una stoccata che non mina i programmi futuri del premier perché «noi in ogni caso andremo avanti. I1 governo e la maggioranza faranno la loro parte; ma anche il Pdl, soprattutto sul territorio, deve dare il suo contributo». Le voci del malcontento diffuso tra le fila dei suoi lhanno convinto della necessità di una scossa: «Per questo - dice il premier - ci siamo già attivati e abbiamo promosso una grande mobilitazione dei nostri sostenitori, iscritti e non. Attiveremo sul territorio, in ciascuna delle 61mila sezioni elettorali, i team della libertà. Con questi volontari lanceremo una grande opera dinformazione agli italiani su ciò che di positivo e di concreto il governo ha fatto in questi due anni». È chiaro che la capillare attivazione dei team non è causale. Sebbene ci sia tutta lintenzione di andare avanti, Berlusconi sa che allorizzonte potrebbero anche esserci le elezioni anticipate.
Ma la parola urne è meglio non pronunciarla neppure. Anzi: «Il Parlamento ci ha confermato una larga maggioranza e il governo è determinato a bruciare le tappe. Dal federalismo, alla giustizia, al fisco cambieremo questo Paese. E lo faremo attuando una profonda rivoluzione liberale». Non solo. Forse introducendo un elemento che potrebbe allargare ulteriormente il consenso allesecutivo, sia nel Paese che in Parlamento, annuncia: «Nei prossimi mesi concentreremo le nostre energie varando un piano per la vita, un insieme di misure per favorire la natalità e le famiglie italiane - dice il Cavaliere - Il nostro obiettivo è dare pieno riconoscimento al valore, per noi fondamentale, della sacralità della vita. Auspico che almeno su questo si possa contare su un atteggiamento costruttivo da parte delle opposizioni».
A far discutere è soprattutto la critica al suo Pdl, sebbene il portavoce del premier Paolo Bonaiuti minimizzi e precisi che il pensiero di Berlusconi era riferito allo strappo finiano. Oltre a un maggior impegno sul territorio, ai vertici del partito si mormora di una possibile svolta nellelezione diretta dei coordinatori provinciali e dellindicazione di quelli regionali. Un modo per coinvolgere maggiormente la base e anche i parlamentari, visto che questi ultimi avranno certamente un peso maggiore rispetto ai responsabili locali. Se nelle prossime settimane verranno messi sul tavolo i problemi organizzativi, sembra da escludere che i tre coordinatori possano essere toccati. Fiducia piena quindi a Sandro Bondi, Denis Verdini e soprattutto Ignazio La Russa, questultimo finito nel mirino dei finiani che, da tempo, ne chiedono la testa.
Che non ci sia unaccusa diretta ad alcuno dei triumviri è lo stesso Rotondi a dirlo: «Mi preme sottolineare che, sebbene il messaggio di Berlusconi sia critico, Verdini non ha colpe perché è come se fosse alla guida di una macchina senza motore». Anche il vicecapogruppo del Pdl alla Camera Osvaldo Napoli, assicura: «I coordinatori restano dove sono. Berlusconi ha lanciato una grande sfida a tutti i moderati, dentro e fuori del Pdl. La riarticolazione del partito sul territorio, con lelezione dei coordinatori provinciali e la formula mista vertice-base per lelezione dei coordinatori regionali, sono segnali importanti in direzione di unapertura vera alla società». Il fondatore dei Club della Libertà, Mario Valducci, ammette invece che «nel partito cè malessere ma la volontà di rendere più autorevoli i riferimenti del Pdl è un passo avanti».
Ma le questioni interne verranno affrontate a tempo debito. Prima ci sono i doveri istituzionali, tra cui quello di accogliere le salme dei quattro militari uccisi in Afghanistan. Ecco perché il Cavaliere anticipa il rientro in Italia, dopo aver passato qualche giorno nella dacia di Putin, nei pressi di San Pietroburgo. Ieri sera era già a Palazzo Grazioli e stamattina sarà allaeroporto di Ciampino per rendere omaggio ai nostri caduti. Da lì dovrebbe partire alla volta di Milano dove, alla clinica Humanitas di Rozzano, è già tutto pronto.
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