Politica

Sindaco di Milano. La Moratti si candida con una sua lista

Il premier: siamo alla pari nei sondaggi, ora riconquisteremo il partito degli indecisi

Giannino della Frattina

da Milano

Per l’ufficialità bisognerà forse aspettare fino al 7 dicembre. Sant’Ambrogio, patrono di Milano: quel giorno Letizia Moratti sarà il candidato sindaco del centrodestra nelle prossime elezioni di maggio. Toccherà a lei sfidare l’ex prefetto Bruno Ferrante, il camaleonte trasformatosi, nel tempo di una pausa pranzo, da rappresentante del governo in città ad ariete del centrosinistra per tentare dopo anni l’assalto a Palazzo Marino. «Spero di accogliere il mio successore con un baciamano», aveva detto tempo fa Gabriele Albertini, l’attuale inquilino, sponsorizzando la ministra fatta scendere in campo direttamente da Silvio Berlusconi lo scorso 6 maggio a Catania durante un tour elettorale pro Scapagnini.
Il pressing del premier ha dunque avuto ragione degli scrupoli della Moratti. Tutta presa nell’approvazione della riforma che porterà il suo nome e altrettanto impegnata a ripetere che il momento del suo «sì» sarebbe arrivato a legge approvata e Finanziaria varata. Ma ad Arcore, già lunedì, in un incontro con Berlusconi, il coordinatore di Fi Sandro Bondi e i collonnelli locali si è capito che le grandi manovre sono già cominciate. «È un ottimo ministro e un ottimo milanese. A differenza di altri», ironizza l’europarlamentare della Lega Nord Matteo Salvini a testimonianza di come anche tra gli alleati non ci siano più dubbi e di come il leccese Ferrante dovrà abituarsi alle punzecchiature del Carroccio. Moratti in corsa, dunque, e perdipiù sostenuta da una sua lista personale con nomi di personaggi milanesi legati alla famiglia. Storica e piuttosto influente in città. Volontariato, solidarietà, università, associazioni, impresa, forse anche uno sportivo. Magari un calciatore. Nomi in grado di raccogliere consensi in quel 25 per cento di elettori indecisi fotografati dall’ultimo sondaggio. Che per quanto riguarda il testa a testa, fissa a cinque o sei i punti di vantaggio del centrodestra. Insolitamente compatto, in attesa della doppia sfida di primavera politiche-amministrative. Tanto che i singoli partiti della Cdl dovrebbero inserire la dicitura «per Moratti» nei singoli simboli. Fi per Moratti, An per Moratti, Lega per Moratti e così via. «Con la lista personale - confida un dirigente locale - Fi potrebbe magari rimetterci uno o due punti. Ma l’importante è che la coalizione cresca». E così la Moratti è riuscita a ottenere da Berlusconi quello che a primavera non era stato concesso al governatore Roberto Formigoni. Ma la situazione è ben diversa. Lì si trattava di un disegno a lungo termine che puntava a coinvolgere riformisti e settori della società civile in un progetto a lungo termine. Qui si tratterà di un’operazione elettorale incentrata sulla Moratti candidato sindaco. E, infatti, la condizione posta da Berlusconi è che ne potranno far parte solo persone esterne al partito. O disposte a stracciare la tessera. Un’operazione, quella della lista, che ha già cominciato a stemperare il gelo che a Milano ha da qualche tempo paralizzato i rapporti della Cdl con aree di mondo radicale, liberale, riformista forse anche cattolico, socialista o ex socialista. Incarnato da Salvatore Carrubba, ex assessore alla Cultura, a lungo fiore all’occhiello della giunta Albertini, andatosene sbattendo la porta.

«Ferrante e Moratti sono due persone autorevoli, capaci e valide», lo spiraglio già aperto dal fondatore di «Mi06», l’associazione che raccoglie un gruppo di intellettuali di simpatie «sinistre».

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