MilanoGovernatore Formigoni, il sindaco Letizia Moratti dice che il caso Lassini è chiuso. Condivide?
«Condivido, nel senso che il partito, con il coordinatore Mantovani, ha preso una posizione molto chiara e Lassini ha ritirato la sua candidatura. La vicenda è chiusa dal punto di vista politico: quei manifesti non appartengono al Pdl e alla logica del Pdl».
La vicenda è chiusa anche dal punto di vista pratico? Cioè Lassini non sarà in consiglio?
«È chiusa anche dal punto di vista amministrativo, nel senso che Lassini ha garantito che non parteciperà alle elezioni e si è impegnato a non entrare in consiglio se dovesse essere eletto. Lui stesso ha detto: se qualcuno volesse votare Lassini, voti la Moratti. Consiglio le opposizioni di non fare più speculazioni».
Crede che questa vicenda sia stata strumentalizzata?
«La sinistra e il terzo polo continuano a dire che il caso non è chiuso, mentre è strachiuso, chiusissimo, sia dal punto di vista politico che dal punto di vista pratico. Loro approfittano di questo tema perché non hanno una proposta politica. È evidente da sempre per la sinistra e ora per il terzo polo: si limitano a criticare il centrodestra e il Pdl, cercano di sfruttare a loro vantaggio qualunque cosa succeda».
Secondo lei è corretto chiedere a un candidato di ritirarsi?
«Ricostruiamo le cose: questi manifesti esprimono una linea diversa da quella del Pdl su un punto delicato e sensibile. Se Lassini avesse detto un giorno prima che era lui il responsabile, non sarebbe stato messo in lista. Siccome si è svelato a liste già fatte, il partito gli ha chiesto in modo molto netto un passo indietro. E Lassini ha accettato».
E allora come si spiega le differenze dopinione allinterno del Pdl?
«Le voci dissonanti mi sembrano veramente limitatissime. Un paio di voci dissonanti non tolgono il pronunciamento forte di alcuni che hanno preso la parola in maniera netta e inequivocabile. Parlo del coordinatore del partito e dellufficio di presidenza, fino ad Alfano e Schifani. Un paio di voci dissonanti non tolgono che il pronunciamento del Pdl è molto netto e molto chiaro».
Vuol dire che nel Pdl non cè spazio per le posizioni di Lassini?
«No, questa logica non appartiene al Pdl. Sono idee di una persona».
I dubbi e le critiche sulloperato della magistratura nel Pdl non sono mai mancati. Qual è la differenza?
«È una cosa molto diversa. Il Pdl e lo stesso Berlusconi hanno detto che esiste una minoranza esigua di magistrati schierata politicamente. Il Pdl e Berlusconi lhanno detto con nome e cognome e se ne sono assunti la responsabilità. Ma non facciamo confusione, questo è molto diverso dal dire che ci sono le brigate rosse in procura. Sono due cose agli antipodi».
È capitato anche a lei, da presidente della Regione Lombardia, di dichiararsi vittima della magistratura.
«È una cosa agli antipodi che dire quanto hanno scritto questi manifesti. Un conto è criticare singoli atti e spiegare perché li si critica. Un altro conto è questo attacco vergognoso e inaccettabile. Ancora più strumentale è cercare di implicare il presidente Berlusconi».
Vede in atto manovre per mettere in difficoltà il premier?
«Vedo le manovre di chi dice: Berlusconi copre Lassini, si è servito di Lassini. È lennesimo modo di attaccare Berlusconi, raccontando queste fandonie. Berlusconi non ha nulla a che fare con questa vicenda e le posizioni di Berlusconi non hanno nulla a vedere con quelle di Lassini. Cè addirittura chi dice che Berlusconi vuole che Lassini prenda molte preferenze!».
Ma Berlusconi è candidato a Milano come capolista del Pdl...
«Fra laltro».
Secondo lei come si esce da questa vicenda?
«Ritrovando da parte di tutti la voglia di parlare dei problemi di Milano, perché queste sono elezioni amministrative. Dobbiamo tornare a parlare del bene che lamministrazione Moratti ha fatto in cinque anni e dei programmi positivi per il futuro.
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