Hamza aveva solo 13 anni e la sfortuna di essere un bambino siriano, nel mezzo della rivolta che scuote il suo Paese. Come tanti shabab, i giovani arabi, ha partecipato ad una manifestazione di protesta contro il regime. Da quel giorno, il 29 aprile, non l'hanno più visto. Qualche giorno fa il corpo senza vita di Hamza Ali al Khatib è stato restituito alla famiglia. La faccia sorridente e paffutella da bambino è sparita per sempre. Gli evidenti segni delle torture, le mutilazioni e i buchi dei proiettili hanno trasformato il giovane Hamza nel simbolo che sta dando nuovo vigore alla rivolta siriana repressa nel sangue.
Un terribile video, che gira su internet, ha fatto riesplodere l'ira. Il corpo senza vestiti di Hamza è avvolto in un telone di plastica. I parenti che hanno girato le immagini si soffermano sul volto del ragazzino, oramai deforme e rossastro a causa delle botte. Prima devono avergli sparato alle braccia o in punti non vitali, poi la telecamera si sofferma su un buco di proiettile sotto lo sterno e altre ferite sui fianchi.
Il corpo nudo è coperto da petali di fiori disseminati dai familiari, che stonano con l'orrore della scena. Chi gira il video soffermandosi sui segni di tortura commenta in forma provocatoria: «Sono queste le riforme del traditore Bashar » (il presidente siriano), «Dove sono i diritti umani e i tribunali internazionali? ».
Verso la fine vengono ripresi i genitali di Hamza che sono paurosamente gonfi. Sembra che il poveretto sia stato addirittura evirato. Le immagini si chiudono con una foto incorniciata di Hamza quando era vivo e con il sorriso innocente comune a tutti i bambini del mondo.
Il corpo di Hamza è stato restituito il 21 maggio e il video sarebbe stato girato quattro giorni dopo. In pochi giorni 58mila persone lo hanno già visto sulla pagina Facebook dedicata al 'martire bambino'. Il triste destino di Hamza si è compiuto nel villaggio di Jiza, vicino a Daraa, una delle città epicentro della rivolta contro il regime siriano.
Nei sobborghi di Damasco, come Douma, i manifestanti sono scesi in piazza con le foto del 'martire bambino' urlando «siamo tutti Hamza al Khatib». Sui muri appaiono slogan che lo ricordano e in rete sono partiti gli appelli per «esprimere la nostra rabbia in ogni casa, ogni distretto».
Il regime siriano sostiene che sono «tutte bugie». Secondo la versione ufficiale il bambino è stato ucciso in un conflitto a fuoco, quando un gruppo di giovani ha sparato alle guardie di una caserma. Il magistrato Samer Abbas è apparso in tv sostenendo che il corpo di Hamza «aveva segni di proiettili, ma non di torture». Il presidente Bashar al Assad ha subito ricevuto i familiari del bambino ucciso promettendo di indagare. Qualunque sia la verità, Hamza è morto e sta diventando un simbolocome Neda Agha Soltan uccisa durante una manifestazione in Iran.
Non a caso il segretario di stato americano, Hillary Clinton, ha dichiarato: «Spero solo che questo bambino non sia morto invano, ma serva al governo siriano per farla finita con la brutalità iniziando la transizione verso la democrazia ». Secondo le organizzazioni dei diritti umani sono circa 1100 le vittime della repressione della rivolta siriana che dura da 10 settimane.
Il regime di Damasco accusa i Fratelli musulmani e i terroristi di fomentare i disordini, sostenendo che 120 poliziotti e soldati sono stati uccisi.
Ieri i 300 rappresentanti dell'opposizione siriana riuniti ad Antalya, in Turchia, hanno risposto con un secco no all'amnistia offerta dal presidente Assad per chi ha partecipato ai disordini.
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