«È una catastrofe di proporzioni devastanti». Sono passati una ventina di minuti dal terremoto registrato dai sismografi ad Haiti. Venti minuti durante i quali il mondo ha tenuto il fiato in sospeso in attesa di notizie dalla poverissima isola caraibica. A parlare per primo, svelando ai governi del pianeta la gravità della situazione, è lambasciatore di Haiti a Washington, Raymond Alcide Joseph, che parla appunto di «catastrofe di proporzioni devastanti». Il diplomatico ha raccontato alla Cnn di aver parlato con un consigliere del presidente che gli ha raccontato di aver visto «case sbriciolate ovunque». E del resto, a colpire lisola è stata una prima scossa di magnitudo 7,3. «Un terremoto - traduce subito Enzo Boschi, presidente dellIstituto nazionale di geofisica - potente allincirca trenta-trentacinque volte quello che ha sconvolto lAbruzzo».
Dalle prime notizie che giungono dai mari paradisiaci dei Caraibi, lepicentro della scossa (che ha fatto tremare la terra alle 16 e 53 ora locale, le 22 e 53 in Italia) è a sedici chilometri dalla capitale Port au Prince, a dieci chilometri di profondità, ma molto vicino alla costa. Pochi minuti dopo il primo, devastante, movimento tellurico, altre due forti scosse hanno completato la devastazione: la prima di magnitudo 5,9 e la seconda di 5,5.
Immediatamente nellarcipelago dei Caraibi i centri di vigilanza hanno fatto scattare lallarme tsunami, per tutte le Antille, inclusa Cuba. La zona non è soggetta a fenomeni del genere, ma la potenza della scossa potrebbe aver generato tsunami locali nel raggio di cento chilometri in grado di provocare danni alle strutture costiere delle isole della zona. Ad Haiti le comunicazioni si sono interrotte dopo la scossa, ma dalle prime notizie che arrivano dallisola, nella capitale Port au Prince ci sono stati crolli e scene di panico, con persone intrappolate sotto le macerie e gente che scava cercando amici e parenti.
Sarebbe crollato in particolare il palazzo presidenziale e un ospedale, situato in un palazzo di tre piani e il corrispondente locale dellagenzia Associated Press parla di persone che urlano da sotto le rovine del palazzo, tra la polvere e i calcinacci, mentre altre case e capanne sarebbero crollate e franate in un burrone. «Tutto ha iniziato a tremare, la gente urlava, le case hanno preso a crollare, è il caos totale», è riuscito a riferire, terrorizzato, Joseph Guyler Delva, un giornalista dellagenzia Reuters. Solo frammenti di racconto, che riportano alla memoria quelli vissuti allAquila il 6 aprile scorso, e che bastano a disegnare il contorno di una terribile tragedia. Soprattutto perché Haiti è lo Stato più povero di tutto il continente, un luogo martoriato dove il dramma si aggiunge al dramma.
Il mondo sarà chiamato a intervenire in uno scenario così difficile.
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