Sky sfida Mediaset Ma Confalonieri contrattacca: «Chiagne e fotte»

nostro inviato a Torino

È come se il lupo dicesse alla volpe di essere troppo ingorda. Insomma, è una guerra tra potenti, tra grandi aziende televisive. I contendenti usano belle parole come competizione e libero mercato. Ma il nocciolo della questione è solo uno: i soldi. Che arrivano da pubblicità e abbonamenti. Ieri si è giocata una di quelle battaglie a distanza che mostrano il nervosismo crescente dei competitor. La miccia l’ha innescata Sky che, ancora una volta, ha accusato il sistema italiano di non essere libero e di favorire Mediaset. Dura la replica di Fedele Confalonieri, presidente della tv del Biscione, che arriva a dire che Tom Mockridge, ad di Sky, è uno che ha imparato il «chiagn’ e fotte», e di Antonio Marano, vice direttore generale Rai che accusa Sky di arroganza e di fare fatturato in Italia per poi portarselo all’estero.
L’ad di Sky ha scritto una lettera sul Corriere della Sera di ieri in risposta a un pezzo del critico Aldo Grasso che accusava: la tv in Italia è vecchia perché non c’è concorrenza. Apriti cielo. Mockridge ha ribattuto che il problema sta nei molti paletti che la politica mette a chi vuol entrare nel mercato televisivo. Come, per esempio, le norme che vogliono (ora bocciate dall’Ue) impedire a Sky di sbarcare anche sul digitale terrestre (oltre che sul satellite). Inoltre nell’articolo si fa notare che la Rai non assolve alla sua missione di servizio pubblico perché troppo condizionata dai partiti e che Mediaset copre una posizione dominante tanto da «raccogliere il 65% delle entrare pubblicitarie». Confalonieri vira la replica sull’ironia: «Finalmente Mockridge ha imparato l’italiano con accento napoletano, chiagn’e fotte. Dice che le leggi del nostro Paese lo ostacolano, quando invece rispetto alle tv terrestri non ha limiti. Rileva la posizione di Mediaset nella pubblicità tacendo la propria posizione monopolista nel satellite con quasi il 90% dei fatturati della pay tv. Lamenta che a suo carico esistano norme restrittive che, tuttavia, non gli hanno impedito in soli 7 anni di superare il fatturato di Mediaset e di sfiorare quello della Rai». In realtà, conclude Confalonieri, «in nessun paese europeo, Gran Bretagna a parte, Sky ha potuto raggiungere una posizione rilevante come in Italia». Non meno dura la risposta di Marano dal fronte Rai: «Mi spiace che Mockridge venga considerato un liberatore. Qui non c’è nulla da liberare. Esiste semmai un problema di fatturato, la parola libertà in realtà nasconde la parola fatturato». Il vice dg Rai ha risposto dal Prix Italia, il premio internazionale di tv in corso a Torino, dove ha illustrato le novità dei canali digitali tematici. «Che sono – ha detto - la vera nuova frontiera della tv che libererà la Rai da molti condizionamenti, anche politici, e le permetterà di essere ancor più competitiva». Marano non ci sta a sentir parlare dell’azienda pubblica come di una tv per vecchi e tanto meno di «servizio pubblico» quando questo significa voler chiudere la Rai in una nicchia.

«Quelli di Sky insistono sul servizio pubblico per dire “state buoni, fatevi da parte che i soldi li prendiamo noi”. Insomma la guerra è più dura che mai. E ora ci si mette anche La7 grazie alle performance di Mentana.

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