
da Venezia
È il ruolo di una vita, il più importante della sua carriera. E infatti quando ne inizia a parlare è visibilmente commosso. Dwayne The Rock Johnson (nella foto) interpreta Mark Kerr, leggendario campione di lotta libera, nel film The Smashing Machine di Benny Safdie in concorso alla 82a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. Di fronte al vero Mark Kerr, presente in platea alla conferenza stampa, l'altrettanto muscoloso Dwayne Johnson racconta che il film, in cui c'è il fondamentale personaggio della moglie Dawn (Emily Blunt), "non parla solo di lotta: è una storia d'amore, sia tra Mark e Dawn che tra Mark e lo sport. Nel film si raccontano i sacrifici e l'impegno per riuscire a dare il massimo sul ring. Come sapete, Mark è andato due volte in overdose, ed è fortunato a essere ancora vivo".
Dwayne Johnson, che è stato uno dei più grandi wrestler della sua epoca peraltro figlio e nipote di celebri lottatori, mette nel film il suo fisico imponente, una trasformazione attoriale impressionante per un ruolo altamente drammatico inedito per lui (c'è già chi inizia a parlare di Coppa Volpi ma anche di Oscar) e certamente dal suo volto traspare la propria autobiografia, l'esperienza sul ring. Insomma si potrebbe trattare di un nuovo inizio per uno degli attori più redditizi di Hollywood con blockbuster come Fast & Furious, La mummia Il ritorno e Jumanji Benvenuti nella giungla, "perché confessa credo di essere qualcosa di più di un attore da Box Office. Quando t'incasellano in un ruolo è difficile sapere di cosa sei capace. Ho sempre avuto una vocina dentro che diceva sei in grado di fare altro?, ma fino a ora avevo avuto paura di mettermi a nudo".
Tantissimi i combattimenti girati con grande realismo: "Sul ring era un grandissimo combattente, ma Mark era anche la persona più gentile e garbata che abbia mai incontrato. L'ho conosciuto quando facevo wrestling, per me era un eroe. Tutto quello che ha costruito, la sua casa, i suoi soldi, arrivavano dalle sue vittorie. Quando perde per la prima volta, perde tutto, anche se impara ad andare avanti". Tutti aspetti che fanno parte della biografia di Johnson perché, dice, "è una storia su uomini che devono mantenere un'immagine da macho mentre dentro possono essere fragili". The Smashing Machine, che arriva nelle sale italiane dal 19 novembre, conferma la bravura registica di Benny Safdie, questa volta in solitaria rispetto ai film girati con il fratello Josh come gli splendidi Good Time e Diamanti grezzi.
Ora è rimasto folgorato sulla via degli anni '90 "quando ricorda c'era qualcosa di così sperimentale in tutte queste diverse forme di arti marziali che si sfidavano... Era anche una comunità molto unita, dove tutti si conoscevano... Mi intrigava questa contraddizione così ho deciso di esplorare l'idea di questo legame tra lottatori".