Sme: il tribunale sbaglia, slitta la riunione dei processi

da Milano

Troppa fretta. Forse la paura della prescrizione che alla fine del 2006 potrebbe cancellare tutte le accuse. Così il processo Sme va in testacoda: la Corte d’appello dichiara aperto il procedimento principale, contro Cesare Previti e Renato Squillante, ma è costretta a rinviare al tribunale le carte riguardanti Silvio Berlusconi. Il motivo? Surreale: i giudici, evidentemente ossessionati dal calendario, hanno bruciato i tempi senza rispettare i termini previsti dalla legge per un eventuale ricorso della Procura generale. Ora hanno rimediato all’errore, richiedendo l’incartamento: la Procura generale dirà la sua, poi si vedrà. Sullo sfondo c’è il problema della riunificazione dei due tronconi in cui è diviso il procedimento: Berlusconi da una parte, i restanti imputati dall’altra. In teoria l’aggancio, caldeggiato dagli avvocati di Previti, potrebbe avvenire a partire dal 18 luglio, quando inizierà anche il dibattimento relativo al premier.

Ma il pasticcio compiuto dal tribunale complica tutto. E in aula, il sostituto Procuratore generale Piero De Petris si oppone al ricongiungimento: «Lo stralcio del premier fu deciso per i suoi impegni istituzionali. Ma la situazione non è cambiata».

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