Roma

«Smorzate le luci della capitale»

Marcello Viaggio

Spegnete Roma. A chiederlo sono gli astronomi che lavorono negli osservatori di Roma e dintorni, che hanno scritto al sindaco Walter Veltroni per segnalare la troppo luminosità della capitale. E così l’assessore comunale ai Lavori Pubblici, Giancarlo D’Alessandro, ha annunciato che Roma abbasserà le sue luci, a partire da quelle dell’illuminazione pubblica delle strade. «C’è un eccesso di luminosità nelle nostre strade - ha detto l’assessore - siccome non possiamo mettere l’interruttore ai lampioni, bisognerà provvedere ad abbassare la luminosità. Ho chiesto all’Acea un apposito piano e cercheremo di provvedere al più presto». Così, spinta dai «figli delle stelle», il Campidoglio dovrebbe finalmente adeguarsi alla normativa della Regione Lazio in materia di «riduzione e prevenzione dell’inquinamento luminoso» varata nel 2000.
Insomma, Roma è un po’ sprecona sulle luci, un po’ come quei tipi un po’ svagati che dimenticano di spegnere l’interruttore quando lasciano una stanza. Strano, però. Perché proprio un mesetto fa Veltroni aveva minacciato di spegnere 20mila lampioni della capitale per protestare contro i presunti tagli della Finanziaria a Roma. Quelle stesse luci che, in occasioni dei maxieventi veltroninai degli ultimi anni, dai concerti delle popstar al Colosseo alle notti bianche, il sindaco non si è certo preoccupato di tener al minimo. E ora gli astronomi romani scoprono che Roma non solo non è al buio, ma anzi è troppo illuminata. E che presto i lampioni (ma anche le insegne di alberghi o negozi) saranno abbassati non per la tirchieria del ministro Tremonti ma per gli eccessi del Campidoglio.
Il piano per l’abbassamento delle luci è stato annunciato contestualmente ai contatori digitali che, in numero di un milione e mezzo, dovrebbero entrare in funzione entro il 2009 a Roma in sostituzione graduale dei vecchi contatori domestici di elettricità. A presentare ieri il programma nella sede di via Ostiense, l’amministratore delegato dell’Acea, Andrea Mangone, e il presidente di Acea Distribuzione, Massimiliano Salvi. La fase sperimentale, conclusa lo scorso ottobre, ha visto l’installazione di 60mila contatori, con 37mila letture gestite a distanza dal Centro di controllo. Da ieri i nuovi misuratori saranno gradualmente estesi a tutta la città. Numerosi i vantaggi per l’utente, spiega l’Acea: fatturazione dei consumi effettivi, tariffe multiorarie, segnalazione automatica di guasti. L’opzione AceaLink offrirà ulteriori servizi: allarme luminoso in caso di superamento della potenza, controllo automatico dell’interruttore esterno.
Mangoni e Salvi hanno in qualche modo confermato il grande consumo energetico della capitale. «Abbiamo toccato a giugno il record di energia immesso in rete e registrato nel 2005 una diminuzione del 30 per cento delle segnalazioni rispetto al 2004 - precisa Mangoni - riducendo i tempi d’intervento, in media, da 14 giorni nel 2004 a 11,5 nel 2005». «E i conti vanno bene», si lascia scappare Salvi. Bisognerebbe dirlo, però, agli abitanti di Conca d’Oro, nel IV Municipio, dove non di rado la gente, dopo l’imbrunire, è costretta a camminare per strada con la torcia in mano. Proprio in coincidenza con i primi lavori della Metro B1. A ottobre per alcuni giorni via Val Maira, Val di Sangro, Val Padana, Val Pellice, Val Maggia e un lungo tratto di via Conca d’Oro si ritrovarono al buio e solo dopo la segnalazione alla stampa il guasto fu riparato. Salvo poi ripresentarsi nei giorni successivi. E quanto questo accade è difficile segnalare il disservizio: «Quando un cittadino chiama il numero verde dell’Acea - denuncia Sergio Marchi, capogruppo di An in consiglio comunale - deve aspettare almeno mezz’ora, fra messaggi registrati e musichette. L’operatore il più delle volte non sa nulla, bisogna andare di persona e affrontare file bibliche agli sportelli. All’assessore Causi abbiamo inutilmente contestato il disservizio». Insomma, vanno bene i nuovi contatori. A patto di non dover continuare a usare candele e fiammiferi.

O le fiaccole per uscire la sera.

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