Gli sms di Alberto: «Ciao micine»

Milano«Ciccino mio ci vediamo domani» oppure «Gattino mio come stai senza di me» senza farsi mancare un bel «Musino mio». È un Alberto Stasi in formato playboy, anche se dai toni adolescenziali, quello che esce dai numerosi sms inviati alle due ragazze con cui il giovane aveva imbastito due relazioni contemporaneamente un paio di mesi dopo la morte di Chiara Poggi. Nei confronti della quale non ha mai una parola di pietà, un ricordo, una testimonianza d’affetto o nostalgia.
Da subito infatti il cellulare dell’unico indagato per la morte di Chiara Poggi è stato messo sotto controllo, registrando telefonate e sms poi finiti agli atti nella richiesta di rinvio a giudizio formulata ieri dal pm Rosa Muscio. Un «dettaglio» che non poteva certo sfuggire al ragazzo che difatti apriva tutte le sue conversazioni telefoniche con saluti di scherzo nei confronti dei carabinieri. «Buon giorno maresciallo, tutto bene?», oppure «Saluti ai nostri teleascoltatori» senza farsi mancare una citazione di Nunzio Filogamo: «Cari amici vicini e lontani».
E poi commenti sull’inchiesta con parole piuttosto pesanti nei confronti del magistrato, insultato sia a livello personale che professionale. Insulti anche per Gianluigi Tizzoni e Marzio Capra, avvocati e periti della famiglia Poggi. «Due esseri inqualificabili. Quel Capra poi un rompiballe e un presuntuoso, crede di trovare quello che gli altri non sono capaci di trovare». Parole in libertà, certo ma che ora potrebbero anche costargli una denuncia per diffamazione da parte degli interessati.
Ovviamente si proclama innocente, elogia i suoi avvocati, il professor Angelo Giarda e i fratelli Colli di Vigevano, così furbi da averlo già tirato fuori dal carcere ma adesso anche dal processo: «L’indagine a mio carico verrà archiviata, ne sono certo».


Ma quello che colpisce sono quegli sms vagamente adolescenziali scambiati con le due ragazze con cui sta flirtando conteporaneamente fin da ottobre. Le chiama «Micino», «Musino» e «Ciccina», mentre la fidanzata, la cui morte davanti alle telecamere gli aveva fatto versare caldi lacrimoni, è ormai un ricordo.

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