Sms proibiti, ora la prof è indagata

Interrogata la 13enne che sarebbe stata oggetto dei messaggini

Andrea Acquarone

nostro inviato a Ostiglia (Mantova)

Lei lo definisce «sentimento materno frainteso». Il magistrato della procura di Mantova Giulio Tamburini questo strano amore materno lo coniuga invece con tre ipotesi di reato. Decisamente pesanti: molestie, violenza sessuale e circonvenzione di minore. Con l’aggravante che la vittima in questione ha meno di quattordici anni. Dunque non solo sms sconvenienti, ci sarebbe qualcosa di più di un «semplice» per quanto censurabile amore platonico in questa storia di provincia che racconta di una professoressa di lingue infatuata dell’allieva bambina. Ventotto anni lei, tredici la studentessa.
Siamo nella Bassa del Po, laddove si incontrano tre regioni: Lombardia, Veneto ed Emilia. Ostiglia è un paesone circondato da ciminiere che inquinano il latte delle mucche famose per il Grana Padano, le cascine si mescolano a villette a due piani senza pretese di lusso, ed è difficile trovare una strada affollata. La bruma sembra rallentare la vita, solo i bimbi che all’una escono da scuola rompono il grigio silenzio. È in un paese a qualche chilometro da qui la scuola media in cui fino a qualche giorno fa insegnava la docente di francese, una biondina di origini pugliesi che in paese definiscono «aperta, affabile, capace di comunicare coi ragazzi», ma che ora rischia di trovarsi sul banco degli imputati con un’accusa gravissima.
Molti fingono di non conoscerla, di non sapere nulla, alla fine qualcuno si sbilancia. E ammette che sì, che ora che ci riflette è vero «fino a ieri non ci avevamo fatto caso, ma è strano quel suo comportamento, quando la si vedeva spesso in giro con i suoi allievi... Anzi qualcuno addirittura entrava in casa sua». Ci sono ovviamente malignità adesso che la storia è finita sui giornali, voci di paese, sospetti, ancora tutti da verificare. Di certo c’è che per tutta la mattinata di ieri il pm inquirente ha ascoltato nel suo ufficio in procura la giovanissima studentessa. Jeans, giacca rosa e scarpe da ginnastica la ragazzina è arrivata a metà mattinata accompagnata dai genitori, gli stessi che qualche giorno fa avevano sporto denuncia nella caserma della polizia stradale di Ostiglia. Avevano scoperto e letto gli sms a luci rosse, che a loro dire, l’insegnante spediva alla ragazzina. Anche in piena notte, quando dalla loro camera da letto sentivano il bib-bip del cellulare.
Una storia cominciata, a quanto pare, nel marzo scorso, quando la tredicenne ancora frequentava la prima media. Ne avevano parlato con la preside, avevano manifestato le loro perplessità riguardo al comportamento extrascolastico della docente. Ma nulla, almeno fino a qualche giorno fa, quando la notizia, apparsa su quotidiani e tv, ha indotto la preside a sospendere cautelativamente la professoressa e a inviare una relazione al Csa di Mantova (l’ex provveditorato). Lei, l’insegnante che ora in paese guardano storto, da un paio di giorni vive barricata in casa, insieme all’uomo con cui condivide l’appartamento, un giovane collega che insegna nello stesso istituto. Preferisce non commentare lei, lui balbetta qualche scusa, entrambi i volti pallidi e spaventati che si affacciano dalla porta socchiusa. Alla prima domanda la chiudono. Quasi sbattendola.

Presto dovrà uscire, però, questa ventottenne estroversa dai modi fascinosi perché nei prossimi giorni sarà interrogata dal pm Tamburini che la ha fatto perquisire l’abitazione e le ha sequestrato il cellulare. Gli sms lasciano tracce indelebili, valgono come prova. Difficile da inquinare. E ci saranno tante domande a cui rispondere.

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