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Roma, capitale della denatalità: i numeri Istat

Se le nascite in Italia sono in calo ormai da anni, è Roma ad avere il primato al ribasso: ecco la fotografia dell'Istat sull'anno 2021

Roma, capitale della denatalità: i numeri Istat

I nati in Italia sono sempre di meno: l'ultimo Report dell'Istat sulla natalità generale mostra l'ennesima flessione con 400mila nati in meno nel 2021 rispetto all'anno precedente (per il 2022 bisognerà aspettare qualche mese) e stupisce che sia la Capitale d'Italia, Roma, ad avere i peggiori effetti sulle nascite con un calo del 10%.

Numeri al ribasso

Anche stavolta si tratta di un record negativo, fotografato perfettamente dalle 13 pagine di statistica dell'Istituto, oltre ai loro database: i primi sei mesi del 2022 hanno registrano seimila nati in meno rispetto allo stesso periodo del 2021. Il trend prosegue ormai dal 2008 con le nascite diminuite di 176.410 unità (-30,6%). "La forte contrazione dei primi figli rispetto al 2008 interessa tutte le aree del Paese – ad eccezione della Provincia autonoma di Bolzano che presenta un lieve aumento", spiega l'Istat. Nel caso specifico della capitale, dicevamo, Roma fa segnare il -10%.

Non sarà nemmeno un caso che spetta al Centro il primato della denatalità nazionale, con un calo complessivo registrato del -34,3%, mentre le sole prime nascite scendono del -38,2%. L’Umbria risulta prima in questa classifica con -36,7% nel complesso e -40,5% nelle prime nascite. Anche le regioni del Nord hanno fatto registrare cali significativi con la Valle d’Aosta al ribasso del -42,6% e fino al -48,4% per le prime nascite. Minimo comune denominatore italiano è il calo dei primi figli rispetto a quelli complessivi.

Quali sono le cause

Secondo l'Istituto, tra le principali motivazioni delle coppie che non hanno i primi figli viene indicata "la prolungata permanenza dei giovani nella famiglia di origine" per varie ragioni, tra cui lavorative (mancanza di lavoro) ed economiche (stipendi minimi). Dal 2012 al 2021 sono diminuiti anche i nati che avessero almeno un genitore straniero (21.461 in meno) che, con 85.878 unità, fanno parte del 21,5% del totale dei nati. La pandemia ha ulteriormente contribuito al calo delle nascite che dal bimestre novembre-dicembre 2020 sono scese del 9,5% rispetto allo stesso periodo del 2019, tendenza che si è confermata anche nei primi mesi del 2021.

Come scrive IlMessaggero, i residenti romani over 65 sono circa il 23%, di poco sotto il valore nazionale ma in forte aumento rispetto agli anni scorsi. Da qui, l'effetto domino fa sì che i ragazzi under 14 siano soltanto poco più del 12%. Le previsioni Istat indicano che entro il 2031 i ragazzi che andranno a scuola saranno 60mila in meno rispetto a oggi, cosa che potrebbe comportare la relativa riduzione di edifici scolastici e insegnanti. Rimane molto basso, di conseguenza, il livello di fecondità delle cittadine italiane, considerato "al minimo storico": si fanno più figli nel Mezzogiorno ma in ripresa anche alcune aree del Nord e Centro.

Infine, l'età media con cui si diventa madri è di 31,6 anni.

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