Augusto Pozzoli
I bambini e i ragazzi che si sono iscritti alla scuola araba di via Ventura 4, a Lambrate, non saranno questa mattina in classe. Sono in pieno svolgimento i lavori per mettere a norma la struttura messa a disposizione dellEnaip, lente di formazione delle Acli, allassociazione «Insieme» per accogliere i figli delle famiglie di immigrati egiziani che vogliono dei corsi che consentano di raggiungere titoli di studio sia egiziani che italiani. Una prospettiva tuttora contestata da diversi settori politici. Lultima critica viene dal vicesindaco Riccardo De Corato, secondo il quale lintegrazione sarebbe più facile se questi bambini frequentassero la scuola di Stato assieme agli altri, invece di appartarsi in un ghetto. «E non è un caso - ha osservato De Corato - che, quando si è posta la questione della scuola di via Quaranta, delle migliaia e migliaia di bambini di origine araba e musulmana residenti nella nostra città, solo un'esigua e ristretta minoranza, circa 200, ha scelto la scuola araba mentre tutti gli altri hanno continuato a preferire gli istituti italiani. E ciò dimostra come anche la comunità araba e musulmana di Milano preferisca l'integrazione alla ghettizzazione e sia profondamente fiduciosa nelle scuole italiane e nelle loro capacità di svolgere con competenza il ruolo affidato».
Alcuni giorni fa ai responsabili della scuola di via Ventura è arrivato un fax in cui si faceva presente che, in seguito a unispezione di vigili urbani, non esistevano ancora le condizioni per avviare lattività didattica. Pietro Farneti, portavoce dellassociazione «Insieme» ha così spiegato lintervento: «Il fax nasce da un equivoco - dice -. Da una voce che noi avremmo iniziato le lezioni l11 settembre. Circostanza priva di fondamento: i lavori sono in corso, e solo a fine settimana saremo in grado di sottoporli allAsl e ai vigili del fuoco. Solo a quel punto potremo completare la pratica per ottenere dalla Direzione scolastica regionale lautorizzazione ad avviare i nostri corsi». Il direttore scolastico Mario Giacomo Dutto insiste sullimportanza che la nuova scuola nasca in una struttura a norma: «Sono diversi anni che aspettiamo una domanda che sia corredata innanzitutto dalla completa documentazione sulle strutture. Ci si aspetterebbe che chi voglia aprire una scuola prima si procuri una struttura idonea». Il vicesindaco De Corato ha ricordato che questanno la scuola milanese è chiamata a rispondere a un impegno importante, quello dellintegrazione. Su un milione di studenti nelle scuole lombarde oltre 100mila sono stranieri. «Un dato superiore a ogni altra regione e che rispecchia la realtà multietnica della Lombardia e in particolare di Milano - ha detto De Corato -. Ma il processo di integrazione non è facilitato, anzi è addirittura ostacolato, dallistituzione di altre scuole non legalmente riconosciute che non fanno altro che allontanare ed autoemarginare i bambini di diverse culture invece di aiutarli a convivere insieme».
Lassessore allEducazione Mariolina Moioli, ha dichiarato: «Personalmente non sono né pro né contro questa iniziativa. Lunica cosa che chiedo è che vengano rispettate le norme previste per lo svolgimento di unattività didattica». Solo a fine settimana, dunque, si saprà con certezza la sorte della scuola di via Ventura.
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