Solo diciannove ombrelloni per godersi le onde di Tellaro

Solo diciannove ombrelloni per godersi le onde di Tellaro

Da un lato una fiaba con tanto di nome fantastico, «Eco del Mare», nel pieno del parco di Montemarcello. Dall'altro la cruda protesta degli ambientalisti a gridare vergogna contro la cementificazione selvaggia di una delle baie più belle di Lerici, nel Golfo dei Poeti. Ma sabato sera, all'inaugurazione dello stabilimento balneare più esclusivo d'Italia, i difensori del territorio, dopo minacce di contestazioni e sit-in, non si sono fatti vedere. C'erano invece centinaia di vip e amici di famiglia di Zucchero e della sua compagna, Francesca Mozer. Lei sì, a fare la regina della notte fino all'alba. Zigomi alti, abito bianco ridotto all'essenziale, fare scatenato mentre sul palco allestito sotto la roccia del crinale a pochi metri dalle onde, balla fino all'alba al ritmo della figlia di Zucchero, Irene Fornaciari, e poi Ivano Fossati, Pino Daniele. Un proiettore disegna una mano sulla roccia, un altro stampa un gigantesco cuore a pelo del mare. «Il lavoro e l'amore», spiega Francesca. È così che dall'Eco del mare, al suono delle onde, tra aperitivi e piatti di portata che vanno e vengono, si smorzano le polemiche e riprende la fiaba. Dal padre François, ginevrino, che nel 1951, passando lungo la creuza tra Lerici e Fiascherino, si innamora dell'insenatura, compra il crinale e si cala sulla spiaggia legando una corda a un albero. «All'inizio voleva solo venirci a vivere, sono stati gli amici che un po' alla volta lo hanno convinto ad aprirlo al pubblico», racconta la figlia. Ne nasce il primo stabilimento balneare in stile scopone e fiaschi di vino.
Ma negli anni sessanta quell'angolo di eden sotto il crinale rivestito di vegetazione mediterranea e col mare racchiuso tra due promontori che ne impediscono ogni accesso da parte di visitatori, diventa sempre più ricercato e frequentato dalle celebrità. «Quando smetterò di fare il giornalista voglio fare il bagnino all'Eco del Mare», diceva Indro Montanelli che Francesca Mozer rammenta benissimo: «Ci sono nata su questa spiaggia e ricordo ancora quando Montanelli mi teneva in braccio e mi insegnava a leggere il giornale». Nel 1967 viene realizzato un ascensore che dalla strada scende lungo il crinale fino al mare dribblando i 159 gradini ricavati nella roccia. Nel 2000 l'Eco del Mare viene premiato come migliore stabilimento balneare d'Italia. Ma nel 2008, insieme ai lavori di ristrutturazione, partono le polemiche col cantiere che viene sequestrato dalla Forestale mentre problemi relativi alle autorizzazioni coinvolgono anche il Parco di Montemarcello, la Regione e il Demanio.
Alla fine tutto regolare per lo stabilimento che domenica ha ufficialmente riaperto. Bar, ristorante, docce all'aperto e al chiuso. Sono state realizzate anche sei suite esclusive (ma solo due sono agibili quest'anno) con mega schermo e lavandini dei bagni ricavati da blocchi di granito grezzi scavati. Mentre sulla spiaggia lunga un centinaio di metri la privacy è assicurata dalla presenza di soli 19 ombrelloni con tenda posteriore per garantire la riservatezza degli ospiti.

«Abbiamo anche ridotto le cabine per non rovinare il paesaggio», assicura Francesca che invita i contestatori a «venire a vedere di persona». Tanto più che «chi vuole scendere sulla spiaggia lo lasciamo passare, ma in costume, lo dice la legge».

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