Milano - La vera sorpresa è che per la maggioranza degli italiani la spinosa vicenda Visco-Fiamme gialle debba «pungere» non soltanto il viceministro dell’Economia ma l’intero esecutivo. L’avviso di sfratto arriva con un sondaggio effettuato per il «Giornale» dalla Ferrari Nasi & Grisantelli (guarda i risultati). Per i cittadini, la misura è colma. E a pagare, a questo punto, non deve essere solo il ministro che di fatto è entrato a gamba tesa negli organigrammi della Guardia di finanza, ma l’intero esecutivo guidato da Romano Prodi. Anche perché, da quanto emerge dai dati della rilevazione, il pressing per rimuovere gli ufficiali delle Fiamme gialle che stavano indagando sulle scalate bancarie tra cui quella di Unipol è stata una decisione voluta da Palazzo Chigi e non soltanto dal mero esecutore. Di più: stando così le cose, solo in pochi si accontenterebbero di un eventuale passo indietro di Vincenzo Visco; a fare le valigie dovrebbe essere l’intero governo. Governo che in questi mesi è in caduta libera per quanto riguarda la fiducia nei cittadini. In sostanza, la questione ha fatto bruciare metà dei crediti ottenuti dagli elettori.
Ma ecco nel dettaglio come hanno risposto i 500 intervistati nella giornata di ieri. Alla domanda se vi siano state effettivamente delle pressioni sulla Guardia di finanza da parte del viceministro dell’Economia Vincenzo Visco, la maggioranza degli italiani ha risposto di sì (55,2 per cento). Soltanto per poco più di due cittadini su dieci (21,8 per cento) s’è trattato di normali avvicendamenti, mentre appena il 23 per cento non ha seguito la vicenda e pertanto non si esprime.
Nella querelle di questi giorni, poi, punto centrale è il fatto che il viceministro Visco non abbia dato delle motivazioni ufficiali al generale della Guardia di finanza Speciale sulle pressanti richieste di allontanamento degli uomini di Milano. Comportamento legittimo o no? Anche in questo caso il risultato è netto: il 49,3 per cento ritiene illegittimo il comportamento del numero due di Tommaso Padoa-Schioppa, mentre soltanto il 29,5 per cento lo giudica legittimo.
Ma la sorpresa è la risposta alla terza domanda. «Secondo lei è stata un’iniziativa principalmente voluta da Visco o concordata con altri membri del governo?». Ebbene, la critica degli italiani investe Palazzo Chigi nel suo complesso: l’iniziativa è partita dal governo per il 56,5 degli intervistati. Quasi sei italiani su dieci. Soltanto il 22,1 per cento ritiene che il regista delle pressioni sulla Guardia di finanza abbia un nome solo. Se ne deduce, pertanto, che a pagare sia l’intero governo e non soltanto il viceministro. «Dimissioni», è la richiesta del Paese. Pochi, a dir la verità, sostengono il sacrificio del solo Visco (19,1 per cento); i più chiedono che adesso sia tutto il governo a traslocare da Palazzo Chigi (38,5 per cento). Sommando i due dati, si arriva a un buon 57,6 per cento che chiede le dimissioni dei responsabili. Tutti i responsabili. Che l’affaire non abbia alcuna conseguenza politica, lo pensa il 27,8 per cento.
Ma siccome l’Unione non sembra aver intenzione alcuna di fare mea culpa, anzi, gli italiani ritengono che «sia giusto avviare i corretti passi istituzionali affinché Prodi sia costretto a cadere»: è per il sì il 45 per cento, per il no il 39,3.
Insomma, la grana resa pubblica dal «Giornale» sta facendo male al governo che perde progressivamente fiducia nel Paese. Ha «abbastanza meno fiducia» il 29 per cento degli elettori; «molta meno fiducia» il 34,7 per cento. Totale: 63,7 per cento. Più di un elettore su due è ormai deluso da questo esecutivo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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