IL SONDAGGISTA AMADORI

Sul voto alle Regionali aleggia il rischio astensionismo, ma la discesa in campo di Berlusconi darebbe la scossa agli elettori di centrodestra. La conferma arriva da Alessandro Amadori, sondaggista e direttore di Coesis Research: «C’è un trend di medio-lungo periodo che vede una lenta ma costante tendenza all’astensione, come si è visto alle amministrative del 2009. Anche se in Italia la partecipazione al voto resta alta, possono esserci singole vicende contingenti che demotivano il corpo elettorale».
Chi pagherebbe più dazio?
«Fino a 3 anni fa colpiva di più tendenzialmente a destra. Oggi il quadro non è più lineare come una volta, il fenomeno colpisce anche il centrosinistra. È difficile fare previsioni, ma è ragionevole dire che l’opposizione oggi paga un depotenziamento generale a livello di leadership e una scarsa energia politica. Un trend che dal 2008 non si è ancora arrestato. Al contempo il centrodestra, che partiva molto avvantaggiato, sembra aver perso un po’ di carica per strada».
Che cosa serve?
«Allora, l’astensione sale quando l’elettore si sente inutile. Il voto non ha più la caratteristica ideologica di un tempo, non c’è più quell’adesione direi filosofica a un sistema di idee. Oggi il voto si basa sulla “utilità percepita”, voto per governare e gestire il Paese, l’idea del grande appuntamento, del giorno decisivo. Ma c’è anche l’astensione da frammentazione, da scarsa unità e disunione dell’offerta politica».
Forse per questo che Berlusconi ha deciso di metterci la faccia.
«E fa bene. Lo dimostra l’esperienza degli ultimi 4 anni e il caso Sardegna, che ormai in politologia fa scuola. Berlusconi è un catalizzatore, un concentrato di energia politica che fa la differenza. È il vero collante del centrodestra e la sua discesa in campo renderebbe coerente e unitaria l’offerta politica del Pdl. Darebbe una scossa di energia che rimetterebbe in moto gli elettori. Ma per invertire il trend servono almeno venti giorni, se non un mese. Soprattutto adesso che il centrodestra ha minori possibilità di un’affermazione netta rispetto a due mesi fa dopo il caso Marrazzo. E proprio nel Lazio il quadro è meno delineato... ».
Eppure non mi sembra che se ne parli troppo di quello scandalo...
«È una cosa che l’elettorato non dimentica. Però... ».
Però?
«Gli ultimi mesi di gossip, sembrerà paradossale, e la sensazione che in fondo certi comportamenti non appartengano esclusivamente al vissuto del premier ma a tutta la classe politica, hanno “bonificato” la sua immagine. E secondo me anche gli avversari l’hanno rivalutato. Quanto al fatto che oggi nessuno da destra parli dello scandalo, be’, questo lo considero un bene.

L’elettore non è affatto sedotto dal rivangare le cose negative, che pure pesano e sono ben piantate nella testa dell’elettore».
Il Berlusconi in campo sarebbe un rimedio anche all’astensionismo di sinistra?
«Non credo sarebbe decisivo. L’antiberlusconiano va a votare comunque».
felice.manti@ilgiornale.it

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