«Sono felice per la sentenza ma soffro per quel ragazzo»

Luigi Spaccarotella, ha dormito sonni tranquilli ieri notte?
«Non ho dormito sereno, la sentenza mi ha molto emozionato. E perché so che i genitori di quel ragazzo soffrono molto».
Perché non ha chiesto scusa?
«L’ho fatto. Ma non posso alzare la cornetta e dire: scusate se ho ammazzato per sbaglio vostro figlio...»
E come ha tentato di scusarsi?
«Tramite il mio avvocato e il vescovo di Arezzo. Ma il messaggio non è mai arrivato ai familiari».
E se oggi si sente di dire?
«Che mi spiace per la morte di quel ragazzo, ma io non volevo farlo, non sono un Rambo».
I giudici le hanno creduto...
«Sono felice per questo. È stata una sentenza coraggiosa. Per loro sarebbe stato più facile seguire l’onda dell’opinione pubblica che mi dipingeva come un killer».
Forse hanno valutato le prove che avevano in mano.
«Io ho solo fatto il mio dovere. Non ho mai preso la mira, non sono un pazzo che rischia di colpire un’auto di passaggio: c’era un’autostrada di mezzo. Chi conosce le armi sa che oltre i 10 metri un bersaglio non è più colpibile. Figuriamoci a 80 metri».
Ha voglia di tornare in Polizia?
«Appena possibile lo farò».
Ma non avrebbe paura a riprendere in mano una pistola?
«Glielo dirò quando succederà».
Non teme le critiche dei colleghi?
«Ho ricevuto sostegno e aiuto dai miei colleghi. E anche da sconosciuti che mi hanno scritto. E io ringrazio tutti».
Ha dichiarato che in Italia solo i prepotenti hanno la meglio e non i morti di fame e i meridionali come lei.
«Dicevo così perché ero amareggiato per quanto scrivevano di me i giornali. E anche il pm aveva chiesto una pena molto più severa. Mi sentivo condannato prima della sentenza».
Ora non si sente più neppure morto di fame?
«Soldi non ne ho. Ho venduto la casa perché non riuscivo a pagare più il mutuo.

Stanno organizzando una colletta per aiutare me, mia moglie e i miei due bambini, finché non potrò lavorare mi serviranno per vivere. Poi, li devolverò ai familiari di agenti morti in servizio».
È commosso?
«Molto. Ho due figli di 4 e 9 anni da sfamare. E prendo 600 euro al mese».

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